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Numero 6 del 2007

Bambini nel mondo sotto tutela


Foto: Bambini nel mondo sotto tutela
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Testi pagina 4

giugno 2007 noidonne4
“Una donna di cuore e di potere". Così Françoise Gange,la filosofa che da venti anni esplora i miti trattando il
tema in numerosi romanzi e saggi, ha definito Ségolène Royal
aggiungendo che, al fatto di essere "una femminista coscien-
te delle ingiustizie fatte alle donne", unisce generosità e au-
dacia. Certo è che la determinazione è il requisito minimo in-
dispensabile per chiunque intenda affrontare la lunga marcia
che separa l'intenzione al traguardo della presidenza di un
grande paese come la Francia. Figurarsi se il 'chiunque' è don-
na. Anzi 'la donna' che ha osato sfidare il sistema politico
francese e i templi del-
la 'gauche', non meno
ingessati di quelli no-
strani. Una volta su-
perate le primarie e
quindi dopo aver con-
quistato il suo partito,
impresa già non da
poco, il campo di bat-
taglia per madame
Royal è stata una na-
zione intera. La rimon-
ta nei sondaggi è stata
confermata dalla vit-
toria con quel 25% al
primo turno, determi-
nata da 80 francesi su
100 che hanno votato.
Poi la Francia ha scel-
to Sarkozy, un uomo
di destra. Ma tutto
quello che è accaduto deve essere valutato e valorizzato dal-
le donne e la sfida di Ségo è assimilabile, con le dovute pro-
porzioni, alle sfide che qualsiasi donna deve sostenere se in-
tende fare politica o conquistare posizioni dominanti in qual-
siasi ambito. Le elezioni presidenziali francesi ci sollecitano
una questione centrale e non risolta: il rapporto delle donne
con il potere - con la sua conquista, con la sua gestione, con
il suo impiego, con il suo mantenimento - conservando una
identità femminile, una diversità di genere. E’ ancora troppo
ampio lo spazio che separa le polemiche con cui alcuni filo-
ni del pensiero femminista accolgono e interpretano le ascese
di donne e le banali ri-scoperte delle capacità femminili è an-
cora troppo ampio.
Nella sua campagna elettorale la Royal ha dosato argo-
menti femminili e 'di sinistra', resistendo parecchio alla fasci-
nazione del 'centro', ipotetico e ambito luogo della politica in
cui si annacquano idee e si devitalizzano progetti innovativi.
Lei ha osato parecchio e la Francia al ballottaggio ha potuto
scegliere tra due diverse impostazioni, tra un'idea di destra e
un'altra di sinistra. Non è un piccolo risultato in uno scena-
rio generale in cui la politica azzarda poco. "Osez!" è stata l'e-
sortazione che nei comizi finali lei ha lanciato ad una Fran-
cia che le ha ricono-
sciuto alcuni meriti
importanti, ma non
sufficienti a farla di-
ventare presidente.
Uno tra questi meriti è
quello di aver suscita-
to l'attenzione e gli en-
tusiasmi, soprattutto
dei giovani, per la po-
litica. Non è poca co-
sa, di questi tempi. Per
costruire società mi-
gliori è una buona ba-
se di partenza quella
che muove dalla spe-
ranza e dalla passio-
ne. Una campagna
elettorale che scalda i
cuori anzichè infasti-
dire le persone è già un
buon risultato e se in Francia è stato merito di una donna,
rallegriamoci e cerchiamo di capire perché è potuto accade-
re. Altra cosa che dovremmo capire è come sia possibile che
accanto a noi, senza troppi annunci o particolari polemiche,
un presidente di destra ha ridotto a quindici i ministeri affi-
dandone sette a donne.
Sono libere le mani di Sarkozy in una Repubblica presi-
denziale oppure è la sua testa ad essere svincolata da schemi
obsoleti? In attesa di capire se i passaggi successivi del nuo-
vo governo di destra saranno altrettanto agili e inattesi, spe-
riamo di avvistare da noi anche parziali effetti delle lezioni
impartite dai 'cugini francesi'.
Sego, “cœur et poivoir”
Editoriale
Carissime, sono una madre single con figlio di 13 anni. Ho
sempre considerato la nostra una famiglia. Però, approfon-
dendo la questione alla luce di ciò che accade in questi gior-
ni e del dibattito in corso, ho scoperto che per la Costituzio-
ne italiana la nostra famiglia non ha diritti in quanto la "fa-
miglia" è quella basata sul matrimonio. Diritti vengono rico-
nosciuti a mio figlio, ma non a me e lui in quanto famiglia. E
da qui, purtroppo, non si scappa. Per questo ora si assiste al-
la sollevazione vaticana contro la lontana ipotesi di un rico-
noscimento dei gay: se potessero sposarsi (come accade in
paesi più civili del nostro), la loro sarebbe una "famiglia" con
tutti i crismi e i cui diritti sono riconosciuti dalla Costituzio-
ne. Io continuerei, invece, a non avere diritti. Per giunta non
potrei neanche "riparare", a meno di sposarmi col padre di
Cara direttora
Tiziana Bartolini


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