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Numero 6 del 2007

Bambini nel mondo sotto tutela


Foto: Bambini nel mondo sotto tutela
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Testi pagina 30

giugno 2007 noidonne30
L’Albania, "paese delle aquile", contauna storia singolare. Le rotture poli-
tiche con i paesi "fratelli" (nell'ordine:
Jugoslavia, Unione sovietica e Cina) nel
corso del XX secolo furono continue, e
dal 1978 questo paese entrò in una fase
di totale isolamento con il resto del
mondo, sino alla sconfitta del partito
del lavoro d'Albania che sancì la fine
del comunismo albanese. Questo picco-
lo Stato dei Balcani rientra, come tanti,
nel turbinio della destabilizzazione del
campo comunista: il vento che aveva
fatto cadere barriere reali (muro di Ber-
lino) e barriere ben più significative era
soffiato anche qui nella terra più pove-
ra d'Europa.
La vittoria del partito democratico
d'Albania (marzo 1992) apre la strada
all'integrazione dell'Albania con il siste-
ma capitalistico mondiale, determinan-
do in questo paese, più o meno come in
altri in transizione, forti impatti sulle di-
namiche di genere ma con alcune pecu-
liarità che hanno teso ad esacerbare
queste stesse dinamiche. La guerra nei
Balcani e i conflitti che questa ha acce-
so in tutta l'Europa sud-orientale tra le
minoranze etniche, nazionali e linguisti-
che hanno fatto sì che la posizione delle
donne nella società albanese fosse an-
cora più precaria. Oggi le albanesi scon-
tano forme di discriminazione, pregiudi-
zio e violenza in virtù di un meccani-
smo complesso ed intrecciato che tende
ad emarginarle in quanto donne e in
quanto minoranze.
Attualmente le minoranze ricono-
sciute in Albania sono quelle greche,
macedoni e montenegrine, le rom e le
vlach-arumene. Queste minoranze go-
dono della protezione accordata dalla
ratifica da parte dell'Albania di due im-
portanti convenzioni: la FCNM (Con-
vention for the Protection of National
Minorities) e la CEDAW (Convention
on the Elimination of Discrimination
Against Women). Nonostante ciò, le
donne che appartengono alle minoranze
subiscono una doppia discriminazione
in relazione all'altro sesso: quella vissu-
ta fuori e quella vissuta dentro le pro-
prie comunità. Nel "Piano nazionale di
strategia per le minoranze rom", adotta-
to dal governo sotto la pressione delle
comunità presenti sul territorio e degli
organismi internazionali, la questione
dell'inclusione a pieno titolo delle donne
rom nella società albanese è particolar-
mente enfatizzata, poiché nonostante i
positivi processi in atto nel paese, com-
preso quello di Stabilizzazione e Asso-
ciazione con l'UE, questi non pongono
sufficiente attenzione ai diritti delle mi-
noranze e alla parità di genere. Recente-
mente anche le comunità egiziane han-
no chiesto di essere riconosciute dallo
Stato albanese, per modificare compor-
tamenti e politiche verso queste comuni-
tà e verso le donne egiziane che altri-
menti rimarrebbero inalterati. Le donne
rom e le egiziane sono le più discrimi-
nate sul mercato del lavoro e nel campo
dell'istruzione (circa l'80% di loro non
ha un'occupazione anche di tipo infor-
male, e il 65% è analfabeta). In ogni
piccola comunità rom solo 36 bambini
su 150 frequentano la scuola primaria,
poiché le madri sono totalmente prive di
assistenza e servizi. I bambini egiziani
non frequentano la scuola per via del
diffuso pregiudizio e razzismo nei con-
fronti delle loro comunità. Molte donne
rom ed egiziane non sono registrate al-
l'anagrafe, e perciò non possono acce-
dere al mercato regolare del lavoro e
non possono votare. Circa il 25% della
popolazione albanese vive in assoluta
povertà che, insieme con le scarse op-
portunità educative, costituisce la mol-
la dell'alto traffico sessuale (che combi-
na schiavitù, abusi e violenze sessuali)
di giovani donne tra i 15-25 anni. Più
della metà di queste giovani fanno par-
te delle varie minoranze sparse nel pae-
se ed entrano nel giro della prostituzio-
ne molto presto, all'età di 10 anni. Il
programma nazionale di riduzione del-
la povertà ha tra i suoi scopi quello di
aumentare le opportunità d'istruzione,
formazione e occupazione delle donne
albanesi proprio come leva per combat-
tere il traffico e la prostituzione femmi-
nile. L'Organizzazione Internazionale
sull'Emigrazione (IOM) ha riconosciuto
l'impatto destabilizzante del traffico di
donne e minori delle comunità rom e
vlach-arumene sul paese e su tutta l'a-
rea balcanica, e ha costruito un net-
work di supporto che prevede acco-
Dove le aquile volano basse
Albania
Cristina Carpinelli


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