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Numero 11 del 2008

L'inverno dei diritti


Foto: L'inverno dei diritti
PAGINA 36

Testi pagina 36

novembre 2008 noidonne36
La scuola media ha una doppia funzione: dal punto di
vista della costruzione della personalità deve dare tutti gli
strumenti culturali, cognitivi, relazionali per poter cogliere
la propria identità e dal punto di vista cognitivo deve aiu-
tare a compiere il passaggio dal predisciplinare alla sco-
perta dei codici e dei linguaggi disciplinari.
E questa è la grande avventura culturale ed intellettiva
che bisogna saper trasmettere ai ragazzi.
Nel turbinio che ha accompagnato la Riforma Gelmini,
la scuola media inferiore è il segmento della nostra istru-
zione meno toccato. Eppure, da anni ne parlano gli esper-
ti, è il punto debole del sistema scolastico italiano. Grande
risonanza hanno avuto, qualche mese fa, i risultati del
Rapporto PISA OSCE, un documento redatto ogni tre anni
per valutare il livello generale d'istruzione degli studenti
quindicenni di tutto il mondo: l'Italia ha un punteggio me-
dio di 475 contro una media Ocse di 500 e una media Ue
di 497. Siamo andati a sentire dirigenti scolastici, inse-
gnanti, genitori e studenti. Ne esce il ritratto di una scuola
che si appoggia sempre più sulla buona volontà dei singo-
li. Lo Stato è sempre più lontano….
Flora Beggiato, dirigente scolastica della Scuola Me-
dia Cecilio II di Roma
"Sono preside dal 1993. La media inferiore, negli ultimi
15 anni, toccata da varie proposte di riforma e scissione, è
stata messa 'tra parentesi'. E' una scuola breve ma tocca
anni intensissimi e fondamentali nello sviluppo di un ra-
gazzo e di una ragazza e termina con una scelta sul pro-
prio futuro. Noi riceviamo dei bambini e licenziamo dei ra-
gazzi e delle donne. Nel giro di pochi mesi maturano dei
passaggi repentini e questo va gestito nel migliore dei
modi, tenendo presente che la nostra finalità è formativa.
Abbiamo tre anni per predisporre tutto quello che sarà il
percorso culturale di un individuo. E' un processo che do-
vrebbe portare ciascuna persona a scoprire la propria
identità all'interno di una gamma di competenze. Quindi
un imprinting negativo in questo segmento di scuola si-
gnifica una scarsa autostima, una bassa perce-
zione di sé e questo è generato spesso dalla
mancanza di un'adeguata offerta formativa
strutturata e definita parte dell'istituzione sco-
lastica. Nella nostra scuola facciamo ormai da
anni dei percorsi di autovalutazione con que-
stionari che vengono sottoposti a tutti: docen-
ti, personale ATA, genitori e alunni. Da questo
individuiamo i punti deboli e i punti di forza e
cerchiamo di aggiustare il tiro su tutti i ver-
santi: relazionale, organizzativo, disciplinare.
Questa pratica, in Italia, è poco sviluppata e
lasciata all'iniziativa autonoma delle scuole e
alla sensibilità dei dirigenti. La mancanza di un
sistema nazionale di valutazione che indichi i
livelli minimi di apprendimento rispetto a delle
aree disciplinari ha come conseguenza delle si-
tuazioni come quelle rivelate dal famigerato
Rapporto PISA OSCE. Questo è uno dei più
grandi deficit del sistema scolastico. Adesso si
pensa che aver sostituito ai giudizi i voti sia la
panacea ma se non si individua a monte il cri-
terio in base al quale attribuire un voto non
cambia nulla. L'unico risultato che avremo è
penalizzare chi è già in difficoltà. La nostra of-
ferta formativa è molto ampia (servizio psico-
logico, video, attività sportiva, teatro, musica,
lettori madrelingua) ma questo presuppone
un enorme sforzo di gestione, una forte inte-
grazione territoriale e la progettazione e par-
tecipazione a bandi per il reperimento di fondi
per svolgere le attività. Anche questo è lascia-
to alla nostra iniziativa perché potremmo tran-
quillamente svolgere solo le ore previste dal
curricolo. Il grave problema sono le strutture e
i fondi destinati alla scuola. Dall'introduzione
dell'autonomia scolastica, nel 1990, le scuole
si sono dovute attrezzare per una mole di la-
voro enorme assorbendo in parte anche quel-
lo che facevano i provveditorati e i nostri or-
ganici sono rimasti invariati. Il personale di
ruolo è gestito e pagato dal Ministero del Te-
soro ma il personale supplente è gestito diret-
Scuola Media:
la terra di mezzo
servizio a cura di Nadia Angelucci


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