Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 11 del 2008

L'inverno dei diritti


Foto: L'inverno dei diritti
PAGINA 17

Testi pagina 17

profitti derivanti da ciò sono miliardari e provengono in larga parte
dallo sfruttamento della prostituzione. Ci sono però altri fenomeni
correlati alla tratta come i cataloghi delle mogli comprate e i matri-
moni per regolarizzazione, la servitù domestica, il traffico di neo-
nati, minori e organi.
La violenza domestica
La violenza domestica assume varie forme: fisica, sessuale, psicolo-
gica, economica. Comprende atti di vessazione compiuti dal part-
ner o da un familiare che consistono in schiaffi, colpi, pugni, accol-
tellamento, strangolamento, bruciature, soffocamento, calci,
minacce con un oggetto o un'arma fino all'omicidio, costrizione a
rapporti sessuali, intimidazione, coercizione ad avere rapporti ses-
suali con altre persone, minacce di abbandono o di maltrattamenti,
segregazione in casa, sorveglianza, minaccia di allontanamento dai
figli, distruzione di oggetti, isolamento, aggressione verbale e umi-
liazione continua, rifiuto di concedere soldi e di contribuire finan-
ziariamente, privazione del cibo e delle esigenze di base, controllo
dell'accesso all'assistenza sanitaria, all'occupazione. E un fenomeno
trasversale che non è riconducibile a particolari fattori sociali, né
economici, né razziali, né religiosi. La violenza domestica risponde
alla volontà di esercitare potere e controllo sulle donne; per questa
ragione l'episodio violento non è quasi mai un atto irrazionale, ma
un atto premeditato. Gli stessi aggressori affermano che picchiare
la propria compagna è una strategia finalizzata a modificarne il
comportamento. E' una violazione del diritto delle donne che si
manifesta in tutto il pianeta ma che tende a rimanere sommerso
per la difficoltà che hanno le donne a denunciare gli aggressori
con i quali intrattengono una relazione affettiva. Per questo motivi
i dati delle ricerche sono molto oscillanti: secondo alcuni studi con-
dotti nei paesi occidentali industrializzati, dal 20% al 30% delle
donne subiscono violenza dal proprio partner o ex-partner. Il
World Health Organisation Study on Women's Health and
Domestic Violence against Women, una ricerca su scala globale,
ha rilevato che tra il 15 e il 71% delle donne che ha avuto una
relazione nella vita, ha subito maltrattamenti fisici e psichici da
parte del partner. Più della metà delle violenze fisiche documentate
sono state definite 'severe'.
La violenza sessuale
Secondo il Codice penale italiano la violenza sessuale è la costrizio-
ne mediante violenza o minaccia a compiere o subire atti sessuali.
Rientrano in queste definizione vari tipi di violenza che vanno dalla
molestia verbale, con apprezzamenti verbali umilianti sulla sessuali-
tà o il corpo femminile; molestia relazionale, con richieste implicite
o esplicite di rapporti sessuali;
minacce e ricatti in seguito ad
offerte esplicite o implicite di pro-
messa di carriera in cambio di
prestazioni sessuali; intimidazioni
per aver respinto avances maschi-
li; molestie fisiche e lo stupro. E'
un crimine che può è compiuto
da singoli o da gruppi. E' utilizza-
to anche come strumento di tor-
tura e nelle situazioni di guerra
come un vero e proprio metodo
di combattimento, volto a inde-
bolire la resistenza psicologica
della popolazione.
Nadia Angelucci
noidonne novembre 2008 17
Diritti universali
delle donne
La ricorrenza del sessantesimo
anno dalla "Dichiarazione dei
diritti universali dell'Uomo" è una
buona occasione per avviare qual-
che riflessione anche di genere, pensando a quei dirit-
ti declinati per uomini e donne. La Dichiarazione è
stata base di molte conquiste dello scorso secolo, e
forse la migliore declinazione di genere la troviamo
nella IV Conferenza mondiale di Pechino dell'84.
Entrambi questi atti mi sembrano di grande attualità,
non solo nel resto del mondo, ma anche nel nostro
stesso Paese. In sostanza: non è un documento né
invecchiato, né scaduto, purtroppo.
Il clima in cui viviamo in questi giorni non è "buono",
l'universalità dei diritti viene lesa e dimenticata troppo
di frequente. Viviamo un momento in cui spesso
appaiono rimarcate differenze tra cittadino e cittadi-
no, tra lavoratore e lavoratore, tra uomini e donne.
Un razzismo nemmeno troppo strisciante si manifesta
in modi del tutto inediti per la nostra cultura ed espe-
rienza. Perfino la proibizione della schiavitù, da cui
pensavamo di essere indenni, è visibile sulle strade
ogni giorno, e non basta pensare di "nasconderla".
Forse una lettura collettiva aiuterebbe a ripensare, in
modi più articolati alla nostra situazione attuale, al di
là di revisionismi e dimenticanze. Forse, farebbe bene
a molti ministri e ministre dell'attuale governo. Di
sicuro farebbe bene alla ministra Carfagna, alla mini-
stra Gelmini e non ultimo al ministro Sacconi. A que-
st'ultimo come non consigliarlo? Sebbene non si parli
nella "Dichiarazione" di discriminazioni positive, e del
diritto al lavoro specificatamente per le donne, si
enuncia con grande forza il diritto al lavoro, e a giu-
ste e soddisfacenti condizioni di lavoro, ma anche si
afferma che "ogni individuo, senza discriminazione,
ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro". Il
libro bianco, sul futuro sociale, occupazionale e sani-
tario che il ministro Sacconi si appresta a varare ne
terrà conto? Il diritto al lavoro delle donne, è nei fatti
disatteso, e non semplicemente perché a tante donne
è negato l'accesso al lavoro, ma perché le donne per
esercitare questo diritto devono faticare di più, per
accedervi, per rimanervi, per progredire nelle carriere,
per conciliare il loro ruolo domestico con quello lavo-
rativo, lavoro domestico, del resto, sempre più indi-
spensabile per far fronte al disimpegno delle
Istituzioni. Ma, se le soluzioni proposte sono quelle
che sembrano apparire, e cioè che la soluzione di
tutto sarebbe una deregolamentazione delle norme
che regolano il lavoro, allora sono sicura che sarebbe
opportuna una seria lettura della "dichiarazione", per
trovarne l'attualità e le soluzioni in termini di diritti
universali ed inalienabili, o come recita l'ultimo artico-
lo "nessuno può toglierti i tuoi diritti". A tale assunto
si deve conformare l'opera dei singoli Governi e Stati,
ma le donne devono cercare sempre di tenerlo all'or-
dine del giorno della Loro Agenda.
Alida Castelli


©2017 - Noi Donne - Iscrizione ROC n.6292 del 7 Settembre 2001 - P.IVA 00906821004 - Privacy Policy