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Numero 10 del 2008

Futuro (passato) prossimo


Foto: Futuro (passato) prossimo
PAGINA 15

Testi pagina 15

noidonne ottobre 2008 15
sperienza insegnanti/genitori e il lavoro di gruppo. Ci sono
genitori che già dalla scuola materna hanno questo modo
di relazionarsi e alle elementari hanno continuato a segui-
re i propri figli attivamente. È un punto di forza, che va
oltre i programmi didattici. Ci sono classi in cui si usano
ancora i libri di testo e altre in cui si utilizzano metodi e
strumenti più moderni, ma quello che rimane fondamen-
tale è il dialogo tra genitori e insegnanti. Questo è profi-
cuo anche per quanto riguarda il profitto scolastico: se ci
sono cose da mettere a punto, si corregge il tiro, sia a ca-
sa sia a scuola. Mi piacerebbe che la scuola italiana fosse
un po' più 'europea', che bambine e bambini potessero ap-
prendere precocemente una seconda lingua straniera, che
la scuola fornisse una visione del mondo più internaziona-
le. Con Samuele abbiamo incontrato, ad esempio, un
bambino austriaco di quarta elementare che ha parlato
con me in inglese. Su questo siamo indietro, per limiti es-
senzialmente economici. Ci sono esperienze positive, ma
fondate tutte sulla buona volontà dei singoli e su base vo-
lontaria".
in cui i valori della solidarietà, delle pari op-
portunità, della nostra Costituzione insomma,
vengono messi in pratica. E' un luogo che non
è solo trasmissione di cultura ma un luogo di
educazione della persona. Ovviamente ci sono
anche cose che non funzionano. Anche la
scuola risente dei difetti di tutte le strutture
pubbliche italiane. Ci sono delle inefficienze e
soprattutto manca un controllo sulla qualità
del lavoro degli insegnanti che, ovviamente,
non è la stessa ovunque. Un altro problema è
una certa stanchezza e scoraggiamento del
corpo docente dovuta anche ad una mancan-
za di riconoscimento del nostro lavoro. E an-
cora bisognerebbe spingere di più sulla mo-
dernizzazione nel senso della specializzazione
e dell'approfondimento di alcune materie. Per
non parlare poi delle strutture che spesso so-
no un po' fatiscenti e in cui mancano gli stru-
menti".
Laura Paradiso,
mamma di Andrea e Pietro.
"Una delle preoccupazioni costanti durante
la vita scolastica dei miei figli è stato, ed è, il
turn over degli insegnanti e quindi la disconti-
nuità didattica che inevitabilmente si crea, e il
conseguente disorientamento affettivo e co-
gnitivo dei bambini. Questa è, a mio avviso,
una delle criticità maggiori della scuola italia-
na. In riferimento agli annunci di questi giorni
di voler reintrodurre un maestro unico riman-
go sconcertata. I casi della vita che portano
un insegnante a dover lasciare, per un periodo
più o meno significativo, la propria classe so-
no molteplici ma con due insegnanti i bambini
almeno manterrebbero uno dei due riferimen-
ti! Altra questione: i bambini che frequentano
il tempo pieno escono da scuola verso le
16.15 ed hanno ovviamente concluso, per la
giornata, la loro attività didattica. Con il maes-
tro unico si tornerebbe ad avere un dopo
scuola. Mi domando fatto da chi e a quale
prezzo (non solo economico)?
Da genitore ho la sensazione che siamo in
mano a terzi non sempre consapevoli e in gra-
do di sapere cosa è meglio fare per i nostri
bambini!"
Alberto,
papà di Samuele.
"La cosa di cui sono stato più contento della
scuola di Samuele, che ha 10 anni e frequenta
la quinta elementare in Piemonte, è stata l'e-
Ministra Gelmini: 5 in grammatica
e 7 in condotta
La Ministra Mariastella Gelmini, tra tutte le "pensate" di questa estate appena passata,
ha dimenticato la grammatica. Continua a citare se stessa al maschile. Nella sua auto-
biografia ufficiale nel sito del Ministero da lei diretto ci dice di essere avvocato specia-
lizzata in diritto amministrativo, e di essere stata nominata ministro. Come minimo
assurdità grammaticali non rispettando di concordare il nome con il genere. Come
minimo un bel 5, visto che non si danno più giudizi, se lo merita. Ed è un voto di inco-
raggiamento. Ed ancora: a proposito della proposta di "maestro unico", ci sarebbe pia-
ciuto, in primo luogo che non ne parlasse nemmeno, e qui non entro volutamente nel
merito, ma una qualche riflessione di genere ce la potevamo aspettare. Una riflessione
di genere su due fronti: la prima per chiedere che senso ha parlare di "maestro unico",
quando nella scuola italiana i maestri sono davvero unici, nel senso che rappresentano
a malapena al 3-4% sul totale. E forse la Ministra questo, in qualche modo lo ha valu-
tato, pensando che eliminando un po' di insegnanti, in fin dei conti si lasciano a casa
donne, e non uomini, quindi, in una visione ancora radicata nei fatti, il peccato è meno
grave. La seconda riflessione di genere è la totale assenza di attenzione alle ricadute
pesanti sulla vita delle famiglie, ma qui è ancora del ruolo delle donne nelle famiglie
che si parla, che la riduzione dellorario scolastico nelle scuole primarie e dell'infanzia
avrebbe sulle donne lavoratrici. E non perché la scuola sia un "parcheggio per i bambi-
ni". Forse la Ministra dovrebbe cercare di guardare un po' oltre le Alpi, per vedere quel
che succede, ma anche cercare di vedere cosa succede nelle case degli italiani, dove,
per molte donne il periodo di vita scolastica dei bambini rappresenta un vero e proprio
calvario organizzativo.
E prima di parlare di grembiulini, o amenità varie, perché non ci dice cosa dobbiamo
fare per quel 12% di analfabeti in Italia, che il rapporto UNLA ha denunciato anche
recentemente. O per i tassi di dispersione scolastica, che il Trattato di Lisbona ci impo-
ne di dimezzare entro il 2010?
E, sapere che in Italia quasi il 40% della popolazione ha solo, e non tutti, solo la licen-
zia media non la preoccupa?.
La situazione difficile della scuola italiana viene da lontano, lo sappiamo, ma cara
Ministra i suoi primi interventi, benché connotati dal famoso e moderno decisionismo
così in voga, non tengono conto di troppo fattori, ed allora, in attesa delle circolari
esplicative lei si merita anche un bel 7 in condotta, per aver turbato pesantemente la
vita, non della sua classe, ma di troppe donne e famiglie italiane.
Alida Castelli


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