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Numero 9 del 2008

Stampa: libertà vigilata


Foto: Stampa: libertà vigilata
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Testi pagina 4

settembre 2008 noidonne4
Quattro volte su otto abbiamointonato l'inno di Mameli gra-
zie ai prestigiosi risultati agonisti-
ci ottenuti dalle donne, sette volte
su venti è stato femminile il podio
dell'argento e del bronzo.
Tra i tanti motivi che abbiamo
per ricordare le Olimpiadi appena
terminate mettiamoci anche que-
sti, elementi che non sono stati va-
lorizzati quanto avrebbero merita-
to. Perché le donne faticano di
più, nello sport come nella vita.
Perché su quei podi, insieme a Jo-
sefa Idem o alla Vezzali c'erano
idealmente i loro figli e le famiglie
che le hanno supportate. Sono
donne animate da passioni e
straordinariamente determinate,
che ci hanno regalato gioie e dato
lezioni di sapiente umanità.
Non si sono fatte coinvolgere nel
tentativo di strumentalizzazione
politica delle Olimpiadi tentate da
alcuni esponenti del governo, che
avevano sollecitato gli atleti a
non partecipare alla Cerimonia di
apertura in segno di protesta con-
tro le violazioni dei diritti civili in
Cina. Hanno deciso azioni auto-
nome, ugualmente forti e al tempo
stesso rispettose delle regole spor-
tive. Prima è stata la saltatrice
Antonietta Di Martino, che insie-
me ad oltre 120 atleti di livello
mondiale ha firmato la lettera in-
dirizzata al presidente Hu Jintao
aderendo all'iniziativa per i diritti
civili lanciata dal sito
www.sportsforpeace.de legato ad
Amnesty International.
Nella nota, con toni pacati e fer-
mi, si chiede il rispetto per "le li-
bertà di espressione, di religione e
di opinione nel suo Paese incluso
il Tibet", la certezza che i difenso-
ri dei diritti umani "non siano più
intimiditi e imprigionati" e che la
pena di morte sia fermata. Poi,
sulla stessa lunghezza d'onda, l'-
hanno seguita Margherita Gran-
bassi e Josefa Idem insieme a Cle-
mente Russo. Dunque atlete, cam-
pionesse, madri, mogli, cittadine a
tutto tondo. Sono una meraviglia
queste donne che non ottengono
ancora pari dignità nelle istituzio-
ni sportive, ma che a lagnarsi non
ci pensano proprio e tra un figlio e
l'altro - senza tutele e garanzie -
conciliano gli allenamenti e le
poppate, la palestra e la scuola, i
ritiri e l'impegno civile. Eppure so-
no donne 'normali', davvero 'quel-
le della porta accanto' che neppu-
re con una medaglia al collo ri-
escono a sentirsi delle star.
Certo non sono tutte uguali,
queste super donne, e navigando
un po' in internet si scoprono cose
fastidiose. Come nelle peggiori sa-
gre paesane, a qualcuno è venuto
in mente di lanciare il concorso di
Miss Olimpia per scegliere 'la più
bella del reame'.
Non si rintraccia il nesso tra lo
spirito del marchese De Coubertin
e una mostra di sode e nude ro-
tondità né tanto meno si sentiva il
bisogno di sollecitare pruriti vo-
yeuristici anche in occasione delle
XXIX Olimpiadi moderne.
In ogni caso l'idea, neppure mol-
to originale, ha trovato purtroppo
attenzione da parte di atlete che -
forse per gioco - hanno aderito po-
sando in modo ammiccante oppu-
re praticamente nude e assecon-
dando l'inevitabile condimento di
gossip che si addice a questo tipo
di iniziative.
Intanto accadeva che l'Arabia
Saudita ha impedito alle donne di
andare a Pechino, dove si è pre-
sentata con una squadra di soli
uomini. Heraiwel, capo della dele-
gazione saudita, si è preoccupato
di spiegare che questo non è "il
momento di aprire lo sport alle
donne". Invece Roqaya Al Ghasa-
ra dal Bahrain ha avuto il lascia-
passare per Pechino. Il velo che in-
dossava correndo i 200 metri non
le ha impedito di vincere i quarti
di finale e di fare un buon tempo,
ma forse l'ha ostacolata nelle fasi
successive e non le ha permesso di
correre la finale. D'altra parte c'è
chi si è premurata di informarci
sul piercing al capezzolo: "sono
fiera di averlo fatto" ha confessato
Federica Pellegrini in un'intervista,
mentre annunciava l'arrivo del se-
sto tatuaggio, inevitabilmente
Pari meriti, impari opportunità
Tiziana Bartolini


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