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Numero 9 del 2008

Stampa: libertà vigilata


Foto: Stampa: libertà vigilata
PAGINA 29

Testi pagina 29

noidonne settembre 2008 29
Anna Torretta, Guida Alpina dellaSocietà Guide di Courmayeur, Eloi-
se Barbieri, viaggiarice, Roberta Vitto-
rangeli, G.A. Presidente della Società
Guide di Cogne e Elisabetta Galli,
istruttrice Mountain Wilderness. Sono le
protagoniste della "Spedizione femmini-
le Afghanistan 2008" nel Gruppo dell'-
Hindo Kush Afghano nella regione del
Wakan, impresa che prende il via il 1°
settembre. Sono quattro italiane che nel-
la loro vita hanno scalato le montagne
più difficili, hanno viaggiato in solita-
ria, si sono confrontate con territori du-
ri e affascinanti e che, questa volta,
hanno deciso di partire per l'Afghani-
stan insieme con una serie di obiettivi
che loro stesse definiscono 'etici, sociali
ed alpinistici'. La passione per la mon-
tagna e per l'arrampicata si coniuga in
questa nuova impresa con l'impegno so-
ciale. Il loro viaggio infatti non è altro
che il coronamento di un progetto di tu-
rismo sostenibile, finanziato dalla Co-
operazione Italiana allo Sviluppo e rea-
lizzato da Mountain Wilderness Inter-
national; è rivolto a un gruppo di gio-
vani afghani interessati ad acquisire le
competenze di base necessarie per can-
didarsi come facilitatori di spedizioni
alpinistiche, guide di trekking e di escur-
sioni naturalistiche, rangers dei parchi
nazionali che il governo afghano sta
progettando di istituire in alcune zone
montane.
L'iniziativa ha avuto grande succes-
so: diciassette allievi hanno infatti otte-
nuto il diploma. Tra questi sono da se-
gnalare tre coraggiose ragazze che han-
no partecipato, lo scorso giugno, insie-
me a tre ragazzi, ad una formazione di
tipo più avanzato e specifico svoltasi in
Valle d'Aosta. Proprio per concludere
questo percorso di studio e di training,
nel mese di settembre questo gruppo di
italiane compirà, insieme agli studenti
del corso, la seconda ascensione del Ba-
batangi a 6.500 metri di altitudine.
Situata nella valle del Kezget, questa
cima è stata scalata una sola volta, nel
1963 da Alberto Pinelli. Dopo aver ri-
percorso questa strada la spedizione
cercherà di aprire una seconda via lun-
go lo sperone nord. Il fatto che siano
delle donne a salire questa montagna,
per la prima volta dopo più di 40 anni,
è un messaggio molto forte, sia perché
testimonia della fattiva possibilità per
trekking e spedizioni alpinistiche di tor-
nare in questa parte di Afghanistan e
contribuire così al suo sviluppo econo-
mico, sia perchè la salita di sole donne
si svolge in un paese in cui la situazione
femminile è terribile e diventa quindi
uno strumento di sensibilizzazione e di
denuncia. Incontrare donne di cultura
Ismaeli ed altre donne afghane impe-
gnate nella denuncia della difficile si-
tuazione femminile nel paese è infatti
uno degli obiettivi principali del viag-
gio. La spedizione, in un paese dove ad
oggi pochi alpinisti occidentali si sono
recati, è altamente simbolica; l'incontro
di alpiniste occidentali con le donne
dell'Afghanistan dà vita ad una esem-
plare cordata di solidarietà.
La regione in cui si svolge la scalata
è il Wakhan, un territorio posto all'e-
stremo nord est della nazione che confi-
na a nord con il Tagikistan, a sud con il
Pakistan e si protende verso ovest fino a
toccare la Cina. 1500 anni fa un amba-
sciatore cinese in viaggio per l'India de-
finì questa area come il "Paese dei picchi
di giada". Il Wakhan si presenta, nello
scenario afghano, come una ecceziona-
le oasi di pace. Le motivazioni vanno ri-
cercate sia nella particolare posizione
geografica che ha fatto sì che la regione
non venisse coinvolta né nell'invasione
Russa né nella successiva guerra tra Ta-
lebani e Alleanza del Nord, che nell'in-
dole pacifica della popolazione di reli-
gione musulmana ismaelita.
Grazie alle nostre quattro donne per
la passione e il rispetto verso la natura,
le montagne e lo spirito di libertà che
queste sanno insegnare!
Quattro alpiniste nell’Hindo Kush
Montagna e impegno sociale
Nadia Angelucci
la spedizione sulle maestose
cime afghane e l'impegno a
favore delle donne:
una 'cordata' di solidarietà
Eloise Barbieri
donne della regione del Wakhan
ragazza afgana del primo corso MW


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