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Numero 5 del 2008

Donne elette: tutto è cambiato, nulla è cambiato


Foto: Donne elette: tutto è cambiato, nulla è cambiato
PAGINA 42

Testi pagina 42

maggio 2008 noidonne42
Presentare le opere di Mona Hatoumalla tredicesima edizione della Bien-
nale Donna rappresenta una scelta im-
portante e qualificante che integra e
completa la scelta artistica e culturale
operata nelle ultime due edizioni. Nel
2004 è stata ospitata 'Andata e Ritor-
no. Artiste contemporanee tra Europa e
America'. Nell'edizione successiva
(2006) 'Passaggi a Sud Est. Sguardi di
artiste tra storie, memorie, attraversa-
menti'.
La monografica di Mona Hatoum
'Undercurrents' si è dimostrata perfetta-
mente coerente per concludere, senza la
pretesa di poter essere esaustiva, una in-
dagine tematica così interessante e rive-
latrice. Se uno degli aspetti più studiati
è stato il nomadismo e conseguentemen-
te l'identità culturale, la Hatoum ne è
un esempio clamoroso. Non vi è dubbio
che la circostanza crudele determinata
dallo scoppio della guerra civile nel suo
paese il Libano, che le impedisce di rien-
trare in patria, ne ha condizionato for-
temente le scelte, ma al tempo stesso ha
contribuito ad arricchire ed ampliare la
sua educazione artistica e la sua forma-
zione socio-politica. La distanza che ha
dovuto mettere fra se e le sue radici,
stabilendosi definitamene in Inghilterra,
le ha consentito di vedere il suo passato
ma ancor più il suo futuro in modo dis-
taccato e probabilmente non privo di un
salvifico "cinismo" che la indurrà a met-
tere a fuoco gli orientamenti e le specifi-
cità della società contemporanea che si
dibatte costantemente fra la positività
della scienza dell'arte e della cultura e
l'iniquità della guerra. Non può essere
senza significato il fatto che l'artista si
definisca anglo-pa-
lestinese.
Nella produzione
di Mona Hatoum si
avvertono legami
evidenti con il pen-
siero minimalista e
con la frequentazio-
ne dell'esperienza
concettuale, ma
esclusivamente co-
me background cul-
turale, mentre il suo
stile, il suo linguag-
gio e le sue temati-
che sono assoluta-
mente originali, per-
sonali e fortemente
coinvolgenti. Molte
delle sue opere con-
ducono ad un retro
pensiero insidiosa-
mente ostile e inducono
lo spettatore ad una ri-
flessione profonda ed an-
che sofferta. Ben presto
ci si accorge che quello
che si sta osservando ha
diverse valenze, diversi
significati, diverse inter-
pretazioni.
La sua produzione ar-
tistica non vuole certo
essere consolatoria, an-
che se i materiali, le for-
me e i colori che usa per
realizzare le installazio-
ni, le sculture e i suoi og-
getti ingigantiti, quindi
sottratti alla loro funzio-
ne abituale, risentono
fortemente di una eleganza formale frut-
to di una consapevole ricerca estetica,
raffinata e puntuale, che certamente af-
fascina e seduce, ma al tempo stesso
sconcerta e disorienta. In diverse delle
sue grandi opere si scorge l'intenzione di
trasmettere l'insicurezza che deriva da
un vissuto dominato dalla paura intesa
come condizione esistenziale.
Quella paura con la quale ogni esse-
re umano, nel mondo in cui viviamo,
potrebbe dover convivere. Quello che
più mi attrae nel "leggere" le opere della
Hatoum è l'intercettare il suo rifiuto per
qualsiasi concezione didascalica, il suo
sottrarsi ad ogni soluzione che possa
dar luogo a precisa-
zioni e chiarimenti.
Sembra che non ami
prendere posizioni
tramite il suo lavo-
ro, ma che preferisca
provocare lo spetta-
tore fino al punto di
costringerlo a riflet-
tere a capire o quan-
to meno indurlo ad
avvertire i pericoli
che investono anche
quella parte di uma-
nità lontana dalle
dittature, dai con-
flitti, dalla miseria,
dalle epidemie.
Nessuno è al si-
curo per sempre,
sembra volerci ricor-
dare l'artista.
Mona e l’arte del provocare
Ferrara
Lola G. Bonora
il percorso coerente nella
creatività femminile
della Biennale Donna
Mona Hatoum dal 1975 espone con
personali o collettive. Le personali sono
state ammirate in molti musei america-
ni, canadesi, messicani, come anche a
Londra, Parigi, Berlino, Amsterdam, Ge-
rusalemme. L'esposizione ferrarese è la
seconda italiana, e senza alcun dubbio,
la più completa. La Biennale Donna,
progettata fin dalle sue prime edizioni
dall'UDI e dal suo Comitato scientifico,
formato da Lola Bonora (curatrice di
questa edizione), Annamaria F. Baraldi,
Anna Quarzi, Ansalda Siroli, Dida Spa-
no, Antonia Trasforini e Liviana Zaga-
gnoni (che lo coordina), è esposta al
PAC di Palazzo Massari fino al 1 giugno
2008 ed è accompagnata da un catalo-
go in bilingue. Per informazioni: UDI tel
0532 206233 - udi@comune.fe.it


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