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Numero 5 del 2008

Donne elette: tutto è cambiato, nulla è cambiato


Foto: Donne elette: tutto è cambiato, nulla è cambiato
PAGINA 38

Testi pagina 38

“Il 13 agosto 1512, Imperia stende ilsuo testamento e si dà la morte con
il veleno. Dopo due giorni di straziante
agonia, muore il 15 agosto, a ventisei
anni o a trentuno, il giorno dell'Assun-
zione, mentre su Roma imperversava un
tremendo temporale con fulmini, tuoni e
grandine". La storia di Imperia, donna
vittima e protagonista al tempo stesso,
a distanza di secoli ci parla attraverso
Tommasina Soraci, con parole, riflessio-
ni, commenti e considerazioni supporta-
te da una raccolta di frammenti docu-
mentali dell'epoca. "Alla fine del XV se-
colo, si contavano nella città [di Roma,
n.d.a.] 6.800 meretrici pubbliche, oltre
quelle che lavoravano in segreto. I cen-
simenti di quegli anni - ci dice Soraci -
riportano con precisione il nome, il do-
micilio, le tariffe che variavano a se-
conda del grado di riconoscimento so-
ciale, quello più alto era delle cortigia-
ne che nel latino dei documenti vengono
identificate col termine meretrices hone-
stae; seguivano le 'cortigiane di minor
sorte', quelle 'de la candela' o 'da lume'
e così via fino ai gradini più bassi".
In quell'epoca, per una cortigiana
'privilegiata' e ricca come Imperia, 'mil-
le vivevano sottoposte a ogni tipo di
violenza'. Parole che non sembrano poi
così lontane dall'oggi.
"La breve vita, densa e drammatica,
di Imperia è sintesi esemplare dei per-
corsi predefiniti che la società patriar-
cale ha codificato per le donne allo sco-
po di autoalimentarsi" scrive Tiziana
Bartolini nella postfazione, sottolinean-
do come il riscatto della sua esistenza
rappresenti un riscatto anche per tutte
le altre ignote, di ieri e di oggi. Il caso
d'Imperia, scrive Giovanna Casagrande
in prefazione, ha "inevitabilmente 'affa-
scinato' letterati e scrittori. […] Vi si
trovano - si può ben dire - tutti gli in-
gredienti per un romanzo, per un rac-
conto, per un film e/o quant'altro. Tom-
masina Soraci ha scelto la via del sag-
gio storico, redatto con accuratezza,
con gli opportuni riferimenti bibliografi-
ci e adeguate citazioni, fluido, di piace-
vole ed agile lettura".
La ricerca (La meretrice onesta, Sto-
ria di Imperia, cortigiana di Roma,
¤10,00 pg 94 Ed Era Nuova) porta alla
luce un segmento di storia che ci appar-
tiene, intrecciando cultura e mondani-
tà, arte e politica, religione e potere, vir-
tù e vizi di papi, cardinali, intellettuali,
uomini di potere, senza trascurare gu-
stose pagine sull'amore, sulla bellezza e
sui più arditi retroscena del '500, come
le orge di Alessandro VI.
Da questo ritratto, con le sue con-
traddizioni e le tinte anche scure e dolo-
rose, emerge però il genio femminile
pronto a intervenire, ancora capace, di-
ce Soraci, "come in ogni tempo e in ogni
luogo, di progettare il futuro: a Lucrezia
[la figlia di Imperia, n.d.a.] è garantita
una vita diversa". Un parallelo 'capito-
lino' mette in relazione le 6.800 meretri-
ci per circa 60.000 abitanti nell'anno
1526 (elaborazioni wikipedia su fonti
istat) con le circa 3500 donne che eser-
citano la prostituzione in strada (elabo-
razione dati del Comune di Roma - Par-
sec, Ricerca ed Interventi sociali) su
2.700.000 abitanti.
maggio 2008 noidonne38
Cortigiana lungimirante
Roma papalina
Elena Ribet
la prostituzione, ieri come
oggi, nella Capitale
L'estranea
L'allontanamento progressivo dalla vita per l'irruzione di
una malattia implacabile, la sofferenza che il corpo intac-
cato di una donna anziana irradia "come una luce nera" e la
prospettiva della morte che si profila inevitabile sconvol-
gono il rapporto fra una madre una figlia. 'L'estranea' di
Elisabetta Rasy (Ed Rizzoli, pg 135, Euro 15,00) è il racconto pressante e conci-
tato del reciproco distacco fisico e affettivo che si crea fra le due protagoniste
costrette a inoltrarsi in un territorio sconosciuto con il progredire di una pato-
logia che si manifesta improvvisamente e in breve deforma la loro intesa.
Sospinte fra un medico e l'altro, un ospedale e una clinica, in preda allo sgo-
mento, incapaci di comunicare, le due donne si allontanano l'una dall'altra fino
a non riconoscersi più. La vicinanza stretta, la complicità e la solidarietà che le
aveva ancora unite alla prima diagnosi si è dissolta nello sgomento, nell'impo-
tenza, nella resa, mentre affiorano ricordi vividi di un'esistenza che si spegne nel
pallore di un'unica realtà, quella della vita e della morte misteriosamente unite.
A questo libro triste e indimenticabile, frutto di uno scavo doloroso e profondo,
che addensa con una scrittura ben scandita e trasparente tutta la tensione emo-
tiva di un forte trauma, è stato assegnato il Premio Grinzane Cavour 2008 per la
narrativa italiana.
Mirella Caveggia


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