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Numero 5 del 2008

Donne elette: tutto è cambiato, nulla è cambiato


Foto: Donne elette: tutto è cambiato, nulla è cambiato
PAGINA 30

Testi pagina 30

maggio 2008 noidonne30
“Le livre noire de la condition desfemmes”, edito anche in Italia, de-
nuncia gli scarsi progressi nella storia
recente della condizione delle donne nel
mondo. Molteplici gli interrogativi che
il libro pone. Uno di questi è relativo al-
le conseguenze umane ed economiche
dello squilibrio demografico dell'Asia
privata di circa 90 milioni di donne, a
causa della preferenza data ai bambini
maschi.
Amartya Sen, premio nobel per l'eco-
nomia, stima l'ampiezza delle "donne
mancanti" nel mondo in 100 milioni,
per la stragrande maggioranza in Cina
e India, che da sole rappresentano più
di un terzo della popolazione mondiale
(37%). Un fenomeno, afferma, determi-
nato da un cumulo di carenze e di pra-
tiche sociali: soppressioni prima della
nascita, sterilizzazioni di massa, catti-
va alimentazione, pessime condizioni
sanitarie, mancanza di cure (es: vacci-
ni), maltrattamenti perpetrati contro le
donne ecc. Da rilevare che per ogni
"donna mancante" ve ne sono altrettan-
te decine che vivono in un contesto di
grande vulnerabilità. Per l'Unicef, "la
morte di una bambina su dieci in India,
Pakistan e Bangladesh è direttamente
correlata ad una discriminazione". In
Cina si registra una
situazione tale che
le "donne mancanti"
sarebbero intorno ai
50 milioni. Qui, co-
me in India, la con-
servazione dei mez-
zi di produzione
(spesso la terra) e
del patrimonio di
famiglia influenza
ampiamente la de-
cisione di privilegia-
re il figlio maschio.
Il sistema di attribuzione delle terre col-
tivabili, praticato in Cina dagli anni '80
con la decollettivizzazione agraria, uni-
to ad un sistema ereditario fondato su
norme patrilineari, porta molti contadi-
ni a preferire un figlio maschio. In India,
il valore cospicuo della dote, che rap-
presenta una minaccia sempre più pe-
sante per l'equilibrio economico delle fa-
miglie, costituisce una delle ragioni per
non desiderare femmine. Queste peculia-
ri condizioni, insieme con l'adozione di
una pianificazione demografica a cre-
scita zero, spingono oggettivamente in
direzione di una selezione prenatale in
base al sesso a svantaggio delle femmi-
ne dando, come afferma Marie-Claire
Bergère, "forza nuova all'antica maledi-
zione". L'irruzione degli strumenti della
modernità, come l'amniocentesi o l'eco-
grafia, ha aggravato il fenomeno, al
punto che il ricorso sistematico a questi
controlli è stato, ad esempio, proibito in
India, poiché la ratio uomini/donne è
sempre più squilibrata. Attualmente, in
India l'eccesso di maschi alla nascita è
del 6%, mentre in Cina è del 12%.
Le disparità di genere non affliggono
soltanto Cina e India, i due giganti del
mondo. Anche a Taiwan, Corea del Sud
e, in minor misura, Indonesia (paesi che
raggruppano tre dei sei miliardi e mezzo
di abitanti della terra), le pratiche dis-
criminatorie degli aborti selettivi di feti
femmine concorrono al "deficit" insieme
ad altri fattori quali il trattamento dis-
uguale tra bambini e bambine in campo
sociale, sanitario ed alimentare, che è
all'origine dell'alto tasso di mortalità
femminile durante l'infanzia. In Corea
del Sud il rapporto maschi/femmine è di
108 bambini ogni 100 bambine, mentre
in Indonesia questo rapporto tra i bam-
bini con età inferiore all'anno è di 106,3
maschi ogni 100 femmine. Questi squili-
bri si stanno diffondendo anche in altre
zone del continente asiatico. Ad esem-
pio, in Vietnam. Più o meno, tutte le so-
cietà asiatiche si caratterizzano per una
scarsità di nascite femminili e hanno in
comune una forte predilezione per i figli
maschi, accentuata dal calo drastico
del tasso di natalità. Isabelle Attané so-
stiene che in "Cina, India, Corea del Sud
e Taiwan, maschi e femmine sono nati
in proporzioni normali fino agli inizi de-
gli anni '80. Dopo di allora, con la di-
minuzione della fecondità, la preferenza
tradizionale per i figli maschi è diventa-
ta esasperata e ha soppiantato le leggi
biologiche, rompendo così l'equilibrio
naturale". Lo scrittore libanese Amin
Maalouf nel suo libro "Le premier siècle
après Béatrice" ha immaginato l'effetto
estremo della soppressione prenatale in
base al sesso, che definisce prassi discri-
minatoria radicale: l'autogenocidio del-
le popolazioni misogine. Tuttavia, an-
che laddove la selezione prenatale in
base al sesso è poco diffusa come in Pa-
kistan e Bangladesh, e dove le donne
fanno più figli, la discriminazione tra i
sessi è comunque un dato allarmante.
In Pakistan almeno tre donne vengono
uccise ogni giorno in omicidi d'onore,
che restano impuniti al 100% perché,
Il genocidio nascosto delle donne
Asia
Cristina Carpinelli


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