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Numero 3 del 2008

Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008


Foto: Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
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Testi pagina 51

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e il campo culturale del conflitto con al-
tri attori sociali. Di fronte alla globaliz-
zazione, che per Touraine è capitalismo
estremo, separazione dell'economia da
ogni forma di controllo, le donne affer-
mano positivamente la propria identità
e le proprie rivendicazioni. In altre pa-
role, costruiscono se stesse, riparano ciò
che è stato smembrato dalla globalizza-
zione, dall'esposizione alla deriva delle
forze del mercato, e in questo processo
rappresentano il nuovo dinamismo so-
ciale e democratico, suscettibile di veri-
ficarsi se non con l'azione, delle società
post-industriali e mondializzate
Ho lavorato - prosegue il sociologo -
con molte donne francesi e musulmane.
Tutte difendono il diritto di essere indi-
vidui liberi, di un "poter essere", per ri-
prendere l'espressione con la quale Paul
Ricoeur ha reso il termine "capability"
usato da Amartya Sen. Tutte hanno una
coscienza positiva della loro identità, si
definiscono donne e non vittime,
anche se molte hanno subìto
violenze o ingiustizie. Oggi, la
fede nell'onnipotenza dell'econo-
mia globalizzata genera l'idea
che le vittime possano solo met-
tere in luce le contraddizioni del
sistema ed essere la manifesta-
zione di un dolore e di una mi-
seria oggettive, mentre ricadreb-
be sugli intellettuali e i militanti
politici la responsabilità d'indi-
care la strada da seguire contro
l'offensiva capitalistica. Il movi-
mento delle donne sta dimo-
strando il contrario, ovvero che
l'azione è possibile e che appro-
da a trasformazioni non soltan-
to necessarie ma anche efficaci
dell'assetto sociale; che è possi-
bile uscire da una posizione pu-
ramente difensiva davanti alla
sofferenza e all'esclusione, a
patto però di riconoscersi in
quanto soggetti che si richiama-
no a principi capaci di coagula-
re attorno a sé ampie forze; che
non è, infine, indispensabile affidarsi a
ideologi che si attribuiscono il monopo-
lio dell'analisi e dell'azione e che parla-
no in nome di un popolo incapace, se-
condo loro, di perseguire consapevol-
mente i propri interessi e di migliorare la
propria condizione. Nell'epoca presente
le donne sono soggetti che rivendicano
identità e diritti (soprattutto culturali),
e che impongono una concezione inno-
vativa e non soltanto critica della so-
cietà. Di fronte all'indebolimento, se
non alla scomparsa, delle mediazioni e
appartenenze sociali, del conflitto
espresso come scontro tra le classi, il
movimento delle donne è riuscito a tro-
vare un comune terreno dove poter svi-
luppare il conflitto, inteso come agente
di auto-trasformazione della società
post-industriale e globale.
E ciò costituisce un fatto dialettico,
poiché supera lo scontro e la rottura di
chi punta alla disintegrazione gravida
di violenza e disperazione distruttiva e
di chi chiede un'integrazione che equi-
varrebbe a una totale assimilazione. Il
conflitto prende il sopravvento sulla
contraddizione, nella quale le parti sa-
rebbero inevitabilmente condannate al-
l'immobilità, poiché restano rinchiuse in
un "tutto o niente".
La modernità crea un processo di
soggettivizzazione sempre più marcato,
dando la possibilità ad ogni individuo
di non lasciarsi più definire da categorie
ascrittive. Questo processo si concretiz-
za nella presa di coscienza di un indivi-
duo che vuole essere tale e ne reclama il
diritto, nella lotta per il riconoscimento
di diritti individuali che si affermano
solo con l'azione collettiva, conferendo
a questi stessi diritti una dimensione
universale, estensibile a tutti.
Trovo il pensiero del sociologo origi-
nale nel suo mettere al centro del dis-
corso il Soggetto e il ruolo forte esercita-
to dalle donne per la fuoriuscita da si-
stemi dei poteri forti o d'impianto neoli-
berista. Quest'ultimo ha manifestato
tutta la sua furia e, nei suoi obiettivi di
deregolamentare il mercato e smantella-
re il welfare state, ha dimostrato di es-
sere nemico in primo luogo delle donne.
Nei paesi dell'Est le donne hanno perso
molto (prima i diritti materiali,
cui è seguita la messa in discus-
sione di altri diritti), e la ricom-
posizione del loro sé è oggi diffi-
cile e lenta. Sono, invece, per-
plessa sull'uso di Touraine di una
categoria astratta per caratteriz-
zare il movimento femminile, che
a mio parere funziona meglio per
i diritti trasversali. La posizione
delle donne nella società, come
per gli uomini, si definisce e si di-
stingue in relazione a: status
(reddito, potere, prestigio), istru-
zione, opportunità di lavoro ecc.
La costruzione dell'identità è de-
terminata da questi fattori e il ri-
sultato è la formazione di sog-
gettività femminili tra loro anche
conflittuali nella percezione e af-
fermazione dei diritti.
L'universo delle donne non è
indifferenziato e la sua compren-
sione implica una chiave d'ana-
lisi e interpretativa della realtà
diversa da quella utilizzata dal
sociologo francese.
hanno combattuto per sottrarsi alla sottomissione e al potere
degli uomini e per ottenere uguaglianza giuridica.
Nel pensiero di Alain Touraine le donne sono le nuove "attrici
della ricomposizione". Coscienza femminile e mutamento
sociale non sono più separabili


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