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Numero 3 del 2008

Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008


Foto: Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
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Testi pagina 31

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Prossimamente presenteremo, qui a Genova, una versione
della Costituzione illustrata da disegni di Lele Luzzati.
Un'altra cosa interessante è stata fatta in occasione dei 50
anni di attività della Corte Costituzionale in cui si è pensa-
to di illustrare le decisioni e le sentenze più importanti con
quadri che fossero rappresentativi dei principi fondamen-
tali. Nel 2000 al Teatro Stabile di Genova abbiamo orga-
nizzato 'Le pagine della Costituente', per cinque serate pre-
siedute da Oscar Luigi Scalfaro, Giorgio Napolitano,
Luciano Violante, Anna Finocchiaro e Domenico Fisichella;
ogni sera due attori del Teatro hanno riletto gli interventi
più importanti fatti in Assemblea
Costituente da Nenni, Togliatti, De
Gasperi, La Pira, Dossetti.
L'entusiasmo era tale che non riusci-
vamo a chiudere il teatro, soprattut-
to i più giovani commentavano "se
questa era la politica perché non ce
ne siamo innamorati prima…"
Di tutte le immagini della Mostra
di cui ci ha parlato quale è quella
che lei associa immediatamente
alla Costituzione e che rappresenta
il cuore della nostra Carta
Costituzionale?
C'è più di un cuore. Mi viene in
mente per la famiglia un bellissimo
ritratto di Casorati che si intitola 'La
famiglia Tarello'; per il ripudio della
guerra 'Zaino in spalla' di Campiglio;
per la promozione della cultura 'Il
ritratto di Laura Battiferri' del
Bronzino; sul lavoro 'La Diana del lavoro' di Lomellino; sulla
salute 'Storia della beata umiltà' di Pontorno.
Ci suggerisce una lettura che possa avvicinare i citta-
dini alla Costituzione?
Io, ogni tanto, ricorro ad un testo del 1996 curato da
Paolo Barile che si chiama 'La Costituzione per tutti'. E' un
testo scritto molto bene e in maniera semplice. C'è poi un
libro recente 'La Costituzione' di Valerio Onida e un testo di
Arturo Carlo Iemolo 'Che cosa è la Costituzione' con una
prefazione di Gustavo Zagrebelsky.
Quale è stato il contributo delle donne alla Carta
costituzionale?
E' stato fondamentale. Le nostre 21 costituenti hanno
lavorato in maniera indefessa. Ci sono anche delle raccolte
che testimoniamo questo lavoro. Certamente molte di loro
erano laureate e diplomate ma magari non avevano svolto
una professione, non avevano un retroterra culturale come
i loro colleghi uomini. Erano donne molto forti formate e
forgiate dall'esperienza terribile della guerra e della
Resistenza. Anche se erano poche si sono impegnate molto
e sono state fondamentali, soprattutto in alcune materie
come la scuola, le confessioni religiose e la famiglia, che
venivano lasciate un po' di più alle donne. Si nota, nei loro
interventi, una grandissima capacità di mediazione alta,
che poi è il vero modo di far politica. Le donne, democri-
stiane e comuniste, che erano quanto di più lontano tra
loro si potesse immaginare in quel momento, sono riuscite
a trovare una mediazione su temi così importanti e fonda-
mentali e hanno portato un contribu-
to indispensabile alla stesura e alla
realizzazione di argomenti così diffi-
cili. Oggi non so se saremmo ancora
in grado di farlo.
L'assenza di una presenza femmi-
nile forte nella istituzioni ha contri-
buito, secondo lei, a quella man-
canza di radicamento dei principi
della Costituzione nella nostra
società?
Ha creato un deficit di democrazia.
Pensiamo, parlando del mio campo,
che solo nel 1963 le donne hanno
avuto la possibilità di entrare in
magistratura. Fino a quel momento
un principio cardine della
Costituzione, quello di eguaglianza, è
stato disatteso.
Come è stata la sua esperienza
come donna alla Corte costituzionale?
Io sono stata molto fortunata. Ho avuto la possibilità di
conoscere e collaborare con uomini come Scalfaro, Amato
e Ciampi che mi hanno chiamato ai vari incarichi. Malgrado
questo la mia esperienza alla Corte costituzionale è stata
molto pesante e difficile. Molti di quelli che erano con me,
non tutti, avevano una carriera prestigiosa alle spalle e,
devo dire, un'alta opinione di sé. Mi sono trovata al tavolo
con dei 'mostri sacri'. Questo mi ha portato ad uno studio
quotidiano fortissimo e pesantissimo. Però non ho avuto
problemi in quanto donna, anzi, alcuni di loro dicevano
che un certo modo di prospettare le cose aiutava, o pote-
va aiutare, il Collegio ad arrivare ad una soluzione più cor-
retta. Questo è quello che sostengo anche io: la mancanza
di una donna in un Collegio giudicante impedisce di avere
quella pienezza che consente una decisione corretta. La
presenza delle donne è una prospettiva diversa, non
migliore, ma che se non c'è fa mancare qualcosa.
Nadia Angelucci
Bronzino, Il ritratto di Laura Battiferri (1555/1560)


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