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Numero 3 del 2008

Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008


Foto: Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
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Testi pagina 21

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considerato storicamente 'non politico' -
la vita personale/il corpo/la sessualità/
la maternità - le donne andavano a ri-
baltare tutte le strutture pubbliche: i sa-
peri, istituzioni come la chiesa e i parti-
ti, la divisione sessuale del lavoro, l'e-
sercito, ecc. Dopo questa fase, in cui si
era visto il potere modificativo di una
pratica come l' autocoscienza, che inter-
rogava la sfera sociale a partire dal suo
retroterra (corpi, sessualità, famiglia),
con l'inizio degli anni '80 il femminismo
ha perso la sua tensione politica, l'idea
di poter trasformare sè e il mondo; è di-
ventato, prevalentemente, un fenomeno
culturale. Infatti è in quel decennio che
nascono le associazioni, i centri di do-
cumentazione delle donne, gli studi di
genere nelle università, si aprono le Li-
brerie delle donne, prendono vita le so-
cietà delle storiche, letterate, filosofe,
scienziate e giuriste; tutte organizzazio-
ni che prima non erano mai esistite. In
molte città italiane le donne si appog-
giarono all'ente locale, cioè alla politica
istituzionalizzata per ottenere il suppor-
to economico e logistico di questi centri
a valenza culturale.
Il femminismo non è comunque
scomparso, ma ha cambiato forma, per-
dendo la spinta modificativa della vita
pubblica, Da qui la tendenza dei gruppi
femministi a chiudersi nell'autoreferen-
zialità. Questo spiega anche come tanta
cultura femminile sia entrata, per così
dire, in clandestinità, quindi non sia più
visibile, e abbia perso capacità di inci-
dere. Si è persa la forza iniziale di 'ac-
comunamento' tra donne, sono prevalsi,
al contrario, frazionamento, isolamento
e solitudine. Inoltre, purtroppo, questa
cultura femminile non ha più parlato
alle nuove generazioni, le quali ci chie-
dono: Donne, dove siete?
Ma qualcosa, di quella stagione in-
tensa di cambiamento delle coscienze e
della vita delle donne, deve essere pas-
sato sotterraneamente, se guardiamo al-
le grandi impreviste manifestazioni di
Milano, il 14 gennaio 2006, e di Roma,
il 24 novembre 2007, su temi e proble-
matiche che sono state al centro del
femminismo anni '70 e oggi tornate tri-
stemente di attualità: l'aborto, la vio-
lenza maschile sulle donne, la loro
esclusione dai posti decisionali della vi-
ta pubblica".
le donne fanno "gruppo" e gli uomini fanno "squadra".
La differenza è grande perché la vita pubblica è
organizzata in base alla forza della squadra
Una nuova generazione femminista è in campo
Per tanti anni abbiamo contato sulle dita di una mano le ragazze giovani presen-
ti nelle iniziative femministe in Italia, rammaricandoci del fatto che non riuscivamo
a "passare il testimone" e a rinnovare la nostra esperienza - intendendo per "nostra"
quella della seconda ondata femminista nel senso lato, ossia l'insieme delle rifles-
sioni e delle pratiche introdotte a partire dagli anni sessanta-settanta in Italia e nel
mondo. Senza sottovalutare l'influenza nefasta sulla maggior parte delle ragazze
della cultura dominante che ripropone gli stereotipi della donna emancipata senza
problemi ma nello stesso tempo ridotta a consumatrice e oggetto da mercanteggia-
re, si può constatare che almeno una fetta di giovani donne riesce a vedere oltre la
finzione delle uguali opportunità raggiunte. Ne abbiamo avuto la controprova in oc-
casione dell'assemblea del 12 gennaio a Roma in cui questa generazione è stata pro-
tagonista. La rete dei collettivi e delle associazioni femministe e lesbiche, che ha
promosso la manifestazione del 24 novembre contro la violenza maschile e la suc-
cessiva assemblea nazionale a Roma nel mese di gennaio, ha ben presente quali so-
no i tentacoli del patriarcato e le sue manifestazioni molto concrete nella vita del-
le (giovani) donne - anche nel terzo millennio.
Non a caso tengono insieme la denuncia della
violenza maschile, in tutte le sue forme, con il ri-
fiuto delle politiche securitarie che prendono di
mira i migranti, l'ingerenza del vaticano nelle scel-
te più intime sulla vita e le morte di donne e uo-
mini con il posto riservato alle (giovani) donne nel
mercato del lavoro che trasforma ogni progetto di
vita autonoma un pio desiderio. Vivono infatti
sulla propria pelle che non si tratta affatto di "sin-
gle issues" ma di espressioni di una stessa strut-
tura, la piovra tanto viscida quanto incisiva, che
invade le relazioni di genere. Una nuova genera-
zione femminista che non si trova più a disagio a
nominare il lesbismo e che lo riconosce come una
sua componente importante, che rafforza la criti-
ca di fondo alla famiglia eteronormativa e patriar-
cale che ci condiziona tutte quante.
Collettivi e associazioni che non si riconoscono
nelle rappresentanze politico-istituzionali che
parlano a nome delle donne senza rendere conto
delle loro posizioni e del loro operato a nessuna,
e che vogliono riprendersi piena sovranità sulle
parole e le azioni che decidono collettivamente di mettere in campo. Cercando di
evitare, almeno finora, la riproposizione delle leader carismatiche e magari un po'
folcloristiche tanto amate dai mass-media. In varie città si stanno già costruendo
reti che non siano solo telematiche e di scambio di informazioni e riflessioni ma che
riescano anche a produrre proposte di azioni e modalità di decisione condivise a
partire da pratiche differenti e a volte divergenti. Una scommessa molto alta che
viene riproposta a livello nazionale e che si è concretizzata in un nuovo appunta-
mento a Roma il 23 e 24 febbraio per un incontro che ha assunto un po' le carat-
teristiche di un Forum Sociale Femminista complessivo e multifacetico. Nelle forme
di comunicazione - e quindi di partecipazione effettiva - da inventare nel periodo
che ci separa da questo evento, sta già il primo scoglio da affrontare per questo -
autochiamatosi - "sommovimento". In ogni modo l'assemblea di Roma, che è un po'
la culla di questa nuova ondata femminista, ha dinamizzato le partecipanti di tut-
te le età e venute da tutta l'Italia. C'è voglia di fare, di comunicare, di approfondire,
e di tirare fuori la grinta necessaria per affrontare il conflitto di sesso, che da trop-
po tempo era rimasto velato, smussato e depotenziato.
Nadia De Mond
Collettivo femminista di Sinistra Critica


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