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Numero 3 del 2008

Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008


Foto: Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
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Testi pagina 10

marzo 2008 noidonne10
“Oggi in tutte le città e in tutti i vil-laggi d'Italia si celebra la 'Gior-
nata della donna'. Ed è doveroso che si
ricordi questa data, anche qui, nell'As-
semblea Costituente, nell'Assemblea de-
mocratica della Repubblica d'Italia, do-
ve le donne, per la prima volta nella no-
stra storia, sono direttamente rappre-
sentate". Con queste parole Nadia Gal-
lico Spano apriva il suo discorso all'As-
semblea Costituente l'8 marzo del 1947,
favorendo l'ingresso nelle austere aule di
Montecitorio - segnate, come sarà a lun-
go nella storia del paese, da una visibi-
le e preponderante presenza maschile -
di una ricorrenza tutta femminile, densa
delle aspirazioni, delle rivendicazioni,
persino delle emozioni di tante donne.
Nadia Gallico Spano ricordava l'impe-
gno e la responsabilità dimostrata dalle
italiane nella guerra e nella Resistenza;
svolgeva riferimenti alla difficile fase
della ricostruzione che le vedeva ancora
una volta protagoniste; proprio in virtù
di questo dispiegamento di energie vita-
li era tempo di riconoscere alle "corag-
giose donne il posto che si sono conqui-
stato nella vita italiana".
Le parole e i toni adottati da Nadia
Gallico Spano rispecchiavano il valore
di senso e di significati attribuiti dai
movimenti femminili a quella data: mo-
mento di mobilitazione politica e di fe-
sta, occasione di autorappresentazione
collettiva.
Nel 1947 l'8 marzo aveva già
avuto le sue celebrazioni: è tra il
1944 e il 1945 che la data ripren-
de a circolare per poi rapidamente
radicarsi e divenire un tassello si-
gnificativo dell'identità dell'Unio-
ne donne italiane (il Centro italia-
no femminile avrà quale sua data
simbolo il 30 aprile, Santa Cateri-
na).
Certo durante il regime fascista
non erano mancati atti di opposi-
zione proprio in questa giornata,
inscenati per lo più dalle comuni-
ste, ma la tradizione era molto de-
bole e pure negli anni precedenti
l'unica eccezione era data dai ri-
chiami della stampa comunista
che, fedele alla Terza Internazio-
nale, l'aveva inserita nel pantheon
della rivoluzione del 1917, facen-
dola risalire alla esultante manife-
stazione delle operaie russe alla vigilia
del grande evento; né erano mancati ri-
ferimenti a Clara Zetkin, dirigente del
partito socialista poi comunista tedesco
presentata, per certi versi a ragione, ve-
ra e propria madrina della giornata.
In Italia passeranno diversi decenni
prima che il richiamo ad una storia tan-
to connotata sul piano dell'appartenen-
za politica ceda il passo a una capace
di affratellare orientamenti diversi,
quella delle operaie morte nell'incendio
della fabbrica tessile di New York du-
rante uno sciopero che viene fatto risali-
re al 1908.
Del resto - come avvertivano Tilde
Capomazza e Marisa Ombra nel 1987
con il libro "8 marzo. Storie miti riti del-
la giornata internazionale della donna"'
- questa giornata non ha un fondamen-
to storico preciso, si potrebbe affermare
- parafrasando lo storico Erich Hob-
sbawm - che si tratta di una vera e pro-
pria invenzione; al pari del 1° maggio fu
una tradizione inventata - lo suggeri-
scono le sue incerte origini e la sua con-
tinua evoluzione - capace di inglobare
elementi rituali e simbolici e di affer-
marsi con gli anni alla stregua di un ri-
to internazionale.
Qui risiede la sua forza, l'intelligenza
e l'intuizione politica di radicare una
data simbolica intorno alla quale tesse-
re appartenenza politica e di genere.
La fortuna dell'8 marzo nell'Italia re-
pubblicana va certamente inquadrata
lungo le coordinate delle nuove forme
della politica inaugurate dai partiti di
massa, ma anche e soprattutto con la
volontà dell'Udi di conferire spessore e
visibilità alla propria identità politica
di genere attraverso forme immediata-
mente percepibili.
Si assiste in questa fase alla ricerca
di linguaggi capaci di collegarsi ad un
universo di valori di riferimento, di su-
scitare emozioni, di alimentare un co-
mune sentire, di procedere all'assem-
Cento anni. E la mimosa resiste
Otto marzo / 2
* Patrizia Gabrielli


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