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Numero 2 del 2008

Politiche scomode


Foto: Politiche scomode
PAGINA 5

Testi pagina 5

noidonne febbraio 2008 5
Provo a rispondere alla domanda a pagina sette di "noidonne" di
gennaio 2008. Trovo un po' pretestuosa la protesta contro l'uso del cor-
po femminile in pubblicità. Ho visto anche una campagna contro tale
uso, con cartelli esposti negli autobus, e l'ho trovata inutile. Non mi
sembra un argomento su cui impegnarci. Direi che questo uso è un ine-
vitabile frutto della libertà e come tale va accettato, è solo una que-
stione di gusto, in fondo non tutta la pubblicità è uguale. Il corpo
femminile è un centro di attrazione fin dall'antichità, ha un suo pote-
re, e io temo più chi lo cancella (religioni, poteri patriarcali, ecc.) piut-
tosto che chi lo mostra anche in modo poco elegante. Questa è la mia
opinione. Ho trent'anni e lavoro nel campo del commercio ma ho la-
vorato per certi periodi, per mantenermi agli studi, anche come cubi-
sta in alcuni locali della riviera ligure di Ponente, esponendo quindi
abbastanza il mio corpo, e non mi sono sentita così male. Complimenti
per il giornale che resiste e continua a essere un punto di riferimento.
Marina (Genova)
Cara Marina intanto ti ringrazio per l'attenzione che rivolgi a
'noidonne' e al lavoro che cerchiamo di fare, appunto, da 'resistenti'
come scrivi. E' interessante notare come tu abbia colto nelle solleci-
tazioni che rivolgevamo alle lettrici nel 'Come eravamo, noidonne' di
gennaio solo l'aspetto dell'uso del corpo. Mi pare di poter dedurre
che le questioni che riguardano il pudore e la morale, altro argo-
mento sottolineato nell'input offerto, non sono un argomento che
sollecita l'attenzione dei tuoi trenta anni. Segno dei tempi e, direi,
buon segno. Evidentemente la questione non la senti neppure lon-
tanamente. Speriamo che sia una questione definitivamente archi-
viata nella storia del costume del nostro Paese, sempre auspicando
che la politica in cerca di facili consensi non decida di stabilire una
nuova alleanza con qualche alto prelato per riaprire la discussione
anche su questo fronte.
Mi pare positivo, inoltre, il fatto che senti il bisogno di dialogare
sul corpo, questione aperta anche per una giovane come te e sulla
quale - a mio parere - le donne non si interrogano abbastanza. Faci-
le è criticare l'uso volgare o commerciale del corpo delle donne, me-
no ovvio riflettere sulle implicazioni che ruotano intorno al corpo
femminile in relazione alla libertà delle donne.
Dall'uso libero e consapevole all'abuso il passo è breve, ma è que-
sto oggi all'ordine del giorno. Va bene criticare le veline seminude
che inutilmente si mostrano in tv a tutte le ore, ma in che modo e
a che livello questa scelta e la sua critica entrano in rotta di colli-
sione? Come non far coincidere le critiche con inaccettabili censure?
Per scelta hai fatto la cubista, ci scrivi, decidendo liberamente (cre-
do) di usare il tuo corpo per lavorare. Sei anche una ragazza atten-
ta e partecipe che conferma a chi non ha voglia di crogiolarsi in an-
tiche certezze, che il nostro è il tempo in cui nuove dimensioni del-
la libertà femminile vanno sperimentate, senza pregiudizi e senza
laici dogmi.
Dopo varie esperienze di lavoro alle dipendenze, dopo aver accettato
stipendi da fame e beffe da parte di 'sedicenti datori di lavoro', ho deciso
di aprire un negozio sperando che il clima di depressione che ci raccon-
tano i giornali sia solo il frutto di giornalisti pigri che non hanno voglia
di andare a cercare il paese reale, che nonostante tutto vive e lavora.
Mara 28 (Roma)
Cara Mara, se accanto al 28 hai omesso la parola 'anni' mi com-
plimento con la tua scelta, per il coraggio e per l'ironia. Un po' di cri-
si economica c'è, ma non è la prima volta che ci dobbiamo misurare
con un periodo difficile. Non ho memoria di tante pianti pubblici e
di colpe affibbiate esclusivamente al governo di turno. Grazie per
averci scelto per comunicare che ci sono giovani che pensano posi-
tivo e investono sul loro e nostro futuro.
Cara direttora


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