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Numero 2 del 2008

Politiche scomode


Foto: Politiche scomode
PAGINA 14

Testi pagina 14

Sono bastate sei parole per far smarri-re in Italia il senso del provvedimento
in cui l’Unione Europea definiva il ruolo
e i compiti affidati agli/alle ostetrici/
che. Il problema nasce con il Decreto n.
206 del 6 novembre 2007 in cui, capo-
volgendo la direttiva dell'UE, è previsto
che sia il medico a stabilire se la gravi-
danza è o no a rischio.
Le contestazioni al Decreto riguarda-
no da un parte l'aver tolto alla donna la
possibilità di assumere competenze,
consapevolezze e capacità di scelta e
dall'altra aver decretato "l'inizio di una
nuova malattia che si chiama gestazio-
ne". La senatrice Tiziana Valpiana ha
presentato sull'argomento un'interroga-
zione in cui definisce "stravolta la diret-
tiva UE sul ruolo dell'ostetrica".
Infatti, citando la direttiva
2005/36/CE del Parlamento europeo e
del Consiglio del 7 settembre 2005 rela-
tiva al riconoscimento delle qualifiche
professionali in cui sono ribaditi i com-
piti dell'ostetrica nei 25 Paesi membri,
la Valpiana sottolinea che le ostetriche,
tra l'altro, possono "accertare la gravi-
danza e in seguito sorvegliare la gravi-
danza normale, effettuare gli esami ne-
cessari al controllo dell'evoluzione della
gravidanza normale". Però, nel testo
emanato attraverso il decreto per il re-
cepimento di tale direttive "sono com-
parse alcune parole che cambiano di
molto il senso della frase e di molto
cambieranno le sorti lavorative delle
ostetriche, laddove medici, assessori, di-
rettori generali hanno 'finalmente' in
mano uno strumento giuridico per limi-
tare l'autonomia professionale delle
stesse ed è noto come basti poco per fa-
re diventare una gravidanza normale
una gravidanza a basso rischio o con
qualche elemento patologizzante". In
che modo può avvenire questa distor-
sione?
Per comprendere cosa è successo oc-
corre leggere attentamente il testo pub-
blicato nel Decreto, nella parte in cui re-
cita "accertare la gravidanza e in segui-
to sorvegliare la gravidanza DIAGNO-
STICATA COME normale DA UN SOG-
GETTO ABILITATO ALLA PROFESSIO-
NE MEDICA, effettuare gli esami neces-
sari al controllo dell'evoluzione della
gravidanza normale".
Il punto molto negativo che la sena-
trice Valpiana sottolinea è che se “il sor-
vegliare la gravidanza diagnosticata
come normale” e affidata ad un medico,
ottiene l’effetto di riportare “la figura
delle ostetriche indietro di molto tempo”
e annulla il percorso di progresso pro-
fessionale compiuto in tanti anni da
questi/e operatori/trici della sanità.
Esse/i sono anche latori/trici di un
forte messaggio culturale a sostegno
dell'autodeterminazione delle donne e
della loro di libertà di "scegliere l'ostetri-
ca come operatrice per la propria gravi-
danza fisiologica".
febbraio 2008 noidonne14
Professioniste a libertà vigilata
Ostetriche
Giovanna Providenti
il decreto sul ruolo delle ostetriche stravolge la raccomadazione
UE. La senatrice Tiziana Valpiana presenta un'interrogazione
alla Ministra della Salute
STRUMENTIIl persecutore
Per riuscire a mantenere fruttuosa nel tempo una
relazione sentimentale è fondamentale instaurare
un rapporto, fin dall'inizio, onesto con l'altra/o. Se
al contrario rivestiamo ruoli non autentici che non
fanno parte della nostra vera essenza, la conviven-
za si trasforma in un susseguirsi di scontri, incom-
prensioni e delusioni, l'amore si trasforma in insof-
ferenza, il vivere quotidiano diventa faticoso e
insoddisfacente.
Nei numeri precedenti abbiamo preso in esame
due degli stili manipolativi che si possono assu-
mere come modalità per entrare in relazione con
l'altra/o; "il salvatore" e "la vittima", in questo
numero parleremo del terzo ruolo: "il persecutore".
"Salvatore, vittima e persecutore" vanno conside-
rati come tendenze comportamentali che vengono
inconsapevolmente apprese all'interno della fami-
glia già nella prima infanzia, non sono da conside-
rarsi difetti o prerogative ma semplicemente delle
modalità con cui la persona entra in relazione con
il mondo utilizzandole per affermare il proprio
potere personale.
Nel caso del "persecutore" l'arroganza, l'atteggiamento supponente, i giudizi forti e
taglienti sono la prerogativa con cui si relaziona con l'altra/o, usa l'inquisizione e la
minaccia per tenere sotto controllo la situazione. La sua è una sopraffazione non solo
verbale ma spesso anche fisica che usa per generare nell'altra/o paura e sottomissione.
Avere potere sull'altra/o attraverso l'offesa, l'umiliazione o con la forza, allontana dalla
mente del "persecutore" la memoria dei dolori subìti e la sensazione della propria pro-
fonda fragilità. Arroccato dietro a un muro di totale insensibilità, il "persecutore" limita
in modo grave la sua condizione di vita e di relazione, negandosi la possibilità di speri-
mentare la tenerezza e l'amore. Ammettere il bisogno primario di aiuto e comprensio-
ne, è il primo passo per voltare pagina e iniziare a riconoscere le proprie umane fragili-
tà. Ciò permette di cominciare ad intrecciare con l'altra/o una relazione autentica, tra-
sformando il vivere quotidiano in nuova energia fino a raggiungere la capacità di prova-
re l'emozionante sentimento dell'amore per la vita.
Roberto Conz, Bleaching elaboration,
2002 (People: Traces and Lights)
Gianna Morselli


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