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Numero 1 del 2008

Siamo in movimento


Foto: Siamo in movimento
PAGINA 37

Testi pagina 37

noidonne gennaio 2008 37
Ma lei, sotto il burqa, non ha forse
intravisto secoli di abitudini e quel bi-
sogno di identità che fa sì che quella
prigione mobile sia di nuovo imposta.
Quel pezzetto di stoffa che concentra
tanti significati - desiderio, suggerimen-
to erotico, leggerezza, finezza - sarà an-
che un espediente maschile per nascon-
dere le donne, condizionarle, tenerle sot-
to nascondiglio, annullarle. Ma oggi,
che ha assunto i connotati religiosi e po-
litici e che le donne occidentali lo consi-
derano un obbligo oscurantista, non si
deve escludere che il velo rappresenti un
segno di sicurezza e di orgoglio, di fe-
deltà ad un mondo a cui molte donne si
sentono ancora legate. E se staccarglie-
lo di dosso in un paese straniero fosse
un'imposizione supplementare? È bello
pensare che un giorno non lontano,
quando si saranno consapevolmente
adeguate ad un mondo che non tutte
hanno ancora condiviso, il velo di tan-
te donne islamiche scivolerà e con il pie-
no consenso maschile sarà riposto in un
cassetto come un affettuoso ricordo del-
le mamme e delle nonne che non se ne
sarebbero mai separate.
mistero, seduzione, misticismo,
sensualità, potere, religione.
Il velo è stato ed è ancora tante
cose, da strumento di esaltazione
della bellezza femminile a nega-
zione della sua stessa esistenza
Sylvie Guillem
Alta, sottile come un giunco, sguardo penetrante, una lunga chioma rossa,
Silvie Guillem, la ballerina francese, che ha attraversato i palcoscenici di tut-
to il mondo meravigliando con impalpabile leggerezza, possiede la capacità
fisica e la tecnica di adattare la flessibilità del suo corpo longilineo ad ogni
tipo di espressione, da quella classica del grande repertorio a quella postmo-
derna, esprimendo al meglio i fremiti segreto di un'arte difficilissima. Proprio
come Maria Callas, che con la sua voce prodigiosamente agile passava dai
timbri scuri e intensi del registro drammatico a quelli coloriti e virtuosistici
del registro leggero. Le sue qualità fisiche e tecniche sono uniche, nelle evo-
luzioni e nei vortici che crea la verticalità è perfetta ed è incredibile l'apertu-
ra delle gambe che si aprono anche in volo come le aste di un compasso fi-
no a tracciare una linea retta. Al Teatro Regio di Torino, con una produzio-
ne del 2005 intitolata Push (nel cartellone di TorinoDanza e MiTo), con la sua
grazia felina e l'agilità dei movimenti, ha acceso l'entusiasmo del pubblico.
Nata a Parigi il 2 febbraio 1965, la Guillem che dal 1989 fa parte del Royal
Ballet attualmente risiede a Lon-
dra. Figlia di un'insegnante di gin-
nastica, deve molto all'incorag-
giamento della madre che aveva
capito le sue qualità innate già
manifestate nei primi anni dell'in-
fanzia. Giovanissima, entra a far
parte dell'équipe olimpica france-
se per la ginnastica artistica.
Quando il direttore della Scuola
dell'Opéra la vede, ne intuisce le
possibilità e le offre una borsa di
studio. Silvie ha solo 11 anni.
Cinque anni dopo entra nel corpo
di ballo di quel teatro. Qui Nure-
yev è sedotto dall'eccellente ca-
pacità tecnica e artistica della se-
dicenne e la vuole come partner
nel Don Chisciotte: del grande
ballerino russo Silvie diventa la
sua étoile più giovane e fra le più
acclamate. Al tempo di Jacques
Lang alla Cultura, la ballerina ab-
bandona la Francia suscitando
costernazione e addirittura un'in-
terrogazione parlamentare. Comincia così l'avventura di Londra, che segna
altri trionfi. Prima di compiere i trent'anni, l'étoile francese è già investita di
premi e di inviti da parte delle più importanti compagni del mondo.
Appare radiosa e tenera nei grandi ruoli classici, (Cenerentola, Lago dei Ci-
gni, Giselle...), ma l'impulsività e il temperamento imprevedibile, uniti alle
sue doti fisiche la renderanno un'interprete ideale per la danza contempora-
nea di Maurice Béjart, di Forsythe e Mats Ek.
A Torino, dove in Push si è esibita insieme a Russel Maliphant, coreografo
e partner dall'incisiva presenza scenica, ha incantato nella prima parte, quan-
do immersa in un cono di luce ha tracciato con il suo corpo disegni lievi co-
me spirali di fumo sulla musica di una chitarra spagnola. Poi la purezza ab-
bagliante della sua tecnica è apparsa nei movimenti disarticolati e morbidis-
simi di spalle braccia e capo in una esecuzione che partendo da gesti lenti si
intensificava fino al vertice del parossismo. Eccellente anche Russel Mali-
phant: ispirato allo yoga e alle arti marziali ha danzato con la proiezione del-
la sua ombra in quattro pannelli creando sorprese continue. Con lei, in un
pas de deux perfetto ha creato un intreccio che ha ipnotizzato con il suo fa-
scino. Ecco, uno spettacolo come questo è imprescindibile per chi nella gran-
de danza contemporanea cerca una relazione intellettuale armoniosa fra l'e-
spressione del corpo e il resto del mondo. (M. C.)
Foto di Bill Cooper
Shirin Neshat, Women of Allah, 1996
Fotografia con interventi a mano dell'artista
S. Margherita Ligure, Fondazione Pierluigi e Natalina Remotti


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