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Numero 1 del 2008

Siamo in movimento


Foto: Siamo in movimento
PAGINA 36

Testi pagina 36

Porzione di tessuto finissimo e traspa-rente che esalta la bellezza femmini-
le, drappo opaco e pesante che ripara o
nasconde, ma anche cortina che impe-
disce la vera conoscenza di una realtà,
il velo lascia trapelare la sua lunga sto-
ria, le sue funzioni e le percezione susci-
tate in mondi diversi in una bella mo-
stra intitolata a suo nome, curata da
Andrea Busto e allestita nell'antico e lu-
minoso Filatoio di Caraglio (Cuneo).
Attraverso opere provenienti da musei e
collezioni europee e americane - dipinti,
sculture, disegni, stampe installazioni,
video, fotografie e una raccolta di ma-
nufatti - si snoda un racconto d'arte e di
antropologia culturale intorno ai signi-
ficati, i simboli, le ambiguità, le con-
traddizioni che si sono sprigionati da
questo oggetto di uso quotidiano che è
apparso per migliaia di anni nella no-
stra e in altre culture. Mistero, fascino,
seduzione, misticismo, sensualità, pote-
re, religione: questo e altro ancora si ce-
la nelle pieghe morbide del velo. Nella
mostra in questione, un percorso in set-
te tappe dipana l'intreccio aggrovigliato
di tutte queste suggestioni. Eloquenti e
accattivanti gli spunti individuati: Ve-
lature, Memoria e traccia, Purezza e
candore, Soglie, Eros e Thanatos, Orien-
talismi/ Occidentalismi, Il velo globale.
Con i loro titoli poetici illustrano questo
pezzo di stoffa, passaggio di confine fra
la realtà e l'altrove, che ha attraversato
i tempi e le culture, e nella sua lieve eva-
nescenza nasconde e custodisce le trac-
ce seducenti e inquietanti del mistero.
L'ampia, fantastica visione raccoglie
epoche, costumi, culture e mezzi espres-
sivi diversi. Fra le innumerevoli opere
esposte - molte assai famose e firmate
da grandi artisti - si scorgono il "Cristo
morto" di Andrea Mantenga (solo docu-
mentato perché intrasportabile), il ri-
tratto di Papa Innocenzo X di Velas-
quez, sfigurato dietro una tenda nella
delirante interpretazione di Francis Ba-
con; il ritratto di Tiziano del Cardinale
Archinto, per metà dissimulato dietro
una cortina leggera. Vividissimi i ritrat-
ti di due donne: una con mantiglia, di
Goya, e un'altra con un copricapo drap-
peggiato del XIV, di Robert Campin). Si
ammira la delicatezza di busti velati e
di sculture femminili avvolte da lievi
drappeggi. Si passa dalle incisioni di
Dürer alle tele di Ingrès, fino agli esoti-
smi fittizi dei quadri di ispirazione
orientale di fine Ottocento dove i veli
ondeggianti si sprecano. Molti gli artisti
contemporanei che interpretano il pas-
sato. Figurano le Veroniche, i teli che ri-
vela il volto di Gesù: fra queste la bella
"Sindone partenopea" di Raffaella Cor-
dione Sandoval. Vanessa Beecroft porta
una Madonna d'Africa incinta coperta
da un candido manto; Brigitte Nieder-
mair propone inquietanti figure avvolte
in drappi neri e Luisa Valentini è pre-
sente con un burka indurito di lattice su
un manichino di metallo. E ancora:
Christo e Jeanne-Claude impacchettano
un catino, mentre la grande fotografa
iraniana Shirin Neshat provoca con
l'immagine di una donna nascosta dal
velo integrale con un bimbo nudo e ta-
tuato per mano. Foulards, scialli, splen-
didi veli ricamati, copricapo, sari e bur-
ka semplici o di gran lusso rendono an-
cor più vivido il racconto di un indu-
mento spesso legato alla soggezione del-
la donna al soggetto maschile, come
esplicita Shadi Gadirian in una serie di
fotografie intitolata "Vita domestica", in
cui al posto della grata del burqa figu-
rano gli eterni oggetti da cucina.
Oltre a quelli della prigione domesti-
ca, si scorgono i veli della malattia e
della morte, della virginale esaltazione,
mentre il velo lungo e pendente dietro
del cappello a cono delle dame, delle fa-
te e delle streghe diventa simbolo di
idealizzazione e demonizzazione della
donna, seno della doppiezza femminile,
di purezza e di attrazione fallace.
Percepito e concepito diversamente a
seconda dei luoghi, dei tempi e delle
persone, oggi il velo è diventato molto
attuale e molto contrastato. Scrive Ma-
rina Terragni sul prezioso catalogo, che
alle immagini unisce saggi di autori di
formazioni e conoscenze diverse (Silva-
naEditoriale): "Strappatele quel male-
detto straccio blu di dosso, fatela respi-
rare, lì sotto si soffoca, la bocca e le na-
rici che si incollano al rayon. Detto per
esperienza: io il burqa - una sola, me-
morabile volta l'ho provato. Classica-
mente blu, comprato in un mercatino
afgano per una decina di dollari . Vole-
vo capire da dentro cos'era. Mi sono
sentita subito trasformata in un corpo
morto, tallonata dal non-essere."
gennaio 2008 noidonne36
Velo, una storia da svelare
Cuneo / Mostra
Mirella Caveggia


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