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Numero 12 del 2009

Femminsmo: parliamone


Foto: Femminsmo: parliamone
PAGINA 45

Testi pagina 45

“Tradimenti” di Harold Pinter, conla regia di Andrea Renzi e l'inter-
pretazione di Nicoletta Braschi, Tony
Laudario ed Enrico Ianniello, ha aperto
con una prima nazionale al Carignano
di Torino la stagione del Teatro Stabile
della città. Preziosa e sofisticata com-
media della memoria, l'atto unico -
un'ora si rappresentazione - percorre
dieci anni di vita di una coppia di
amanti che con leggerezze, ambiguità e
bugie ha inflitto e subìto tradimenti. Re-
legata ormai nel passato la loro storia,
i due si ritrovano in un pub e con un fi-
lo di imbarazzo e amarezza malcelata
evocano il tempo trascorso della loro re-
lazione. Lui è Jerry, un agente letterario,
narcisista, disinvolto e senza troppi
scrupoli; lei è Emma, moglie di Robert,
un editore di successo e grande amico di
Jerry. Nell'incontro i ricordi si riaccen-
dono. Affondano indietro nel tempo a
partire dalla fine della relazione e ri-
danno vita a quell'avventura che sem-
brava restituire smalto alle identità of-
fuscate dalla routine, e che al contrario
ha addensato amore e gelosie, eccita-
zioni e dispiaceri. Nei brandelli dei ri-
cordi prende corpo un menage a tre
piuttosto opaco delineato da Harold
Pinter con una precisione meravigliosa
attraverso un dialogo dalla semplicità
tagliente che mette in luce la crudeltà di
intrecci inconsistenti e incostanti di rap-
porti, le mezze verità e le mezze menzo-
gne, l'indulgenza verso un'amorale dis-
involtura. Accompagna e sorregge la vi-
cenda la suggestiva invenzione sceno-
grafica di Lino Fiorito, un cubo leggero
di tre pareti su cui di volta in volta si
proiettano fotografie elaborate con sa-
pienza che - come
gli abiti dei protago-
nisti - definiscono
luoghi, ambienta-
zioni, tempi. La
commedia scorre
bene e con il conti-
nuo e gradevole
cambiamento di
sfondi che richiama-
no il cinema, acqui-
sta una vivacità e
una luminosità par-
ticolari, che forse
non era nelle inten-
zioni dell'autore. Né
sembra esserci trac-
cia dello squallore
delle situazioni se-
gnate da scambi di
frasi scarne, sfuggenti, inafferrabili che
rivelano la mancanza di rispetto per sé
e per gli altri e sottolineano la vacuità
dei rapporti ricorrenti nella drammatur-
gia del Premio Nobel da poco scompar-
so. L'analisi dei sentimenti e delle emo-
zioni è affidata a tre attori bravi e af-
fiatati, anche se non sempre aderenti al-
la visione dell'autore. Non guasterebbe
un po' di grinta in più nella deliziosa
Nicoletta Braschi, che resa disinvolta e
agile da una buona scuola teatrale por-
ta qualche traccia del suo riserbo e del-
la sua grazia soave in un personaggio
che ci si figurava più sgradevole.
La lettura senza eccessi appare all'in-
segna di una misura e di una compo-
stezza britannica, ma i silenzi e le
pause, connotato dei drammi del gran-
de Pinter, avrebbero potuto essere più
accentuati per sottolineare la povertà di
relazioni effimere e trascinate e per co-
gliere appieno il fluire di un testo in ap-
parenza senza sobbalzi, di una sempli-
cità disarmante, ma di acuminata e
maligna efficacia.
noidonne dicembre 2009 45
Passioni appassite
Tradimenti
Mirella Caveggia
sofisticata commedia della memoria
Così definisce Emma Dante "Le Pul-
le", la sua ultima creazione teatrale
che ha svettato con feroce imperti-
nenza nel cartellone Prospettiva09
(un progetto di Mario Martone e Fa-
brizio Arcuri, realizzato dalla Fonda-
zione del Teatro Stabile di Torino).
Aggressiva, drammatica, pregnante,
l'artista palermitana da sempre stre-
pita ferocemente contro la parte marcia della società, quella siciliana in particolare Que-
sta volta ne mette in luce la brutalità e la violenza dissimulate in un atto unico dall'im-
pronta cabarettistica e popolare, prodotto dal Teatro Stabile di Napoli con il Théâtre du
Rond Point di Parigi. Eccola allora puntare lo sguardo senza indulgenze sul mondo del-
la prostituzione, dove le puttane, "le pulle" appunto, vestite dell'ambiguità sessuale dei
travestiti e dei trans, appaiono quanto mai aderenti alle viziose disinvolture del nostro
tempo. Totalmente prive di regole morali, queste creature dalla dubbia identità pratica-
no i loro peccati fra canti, parole e balli in un clima di oscenità sbracata e di ingenua e
infantile religiosità. Naturalmente come sempre accade negli affreschi di Emma Dante,
domina un sarcasmo e un'amarezza di fondo raggelanti. Anche quando piume, lustrini,
colori e chiostre di denti sfavillano. Lo spettacolo è indubbiamente efficace. Sono belle
le musiche di Gianluca Porcu e molto abili tutti gli attori. Ma non si ritrova più l'empito
di rude poesia che assolveva gli eccessi dell'autrice. Nel vortice delle "Pulle" l'espressio-
ne liberata da vincoli censori erompe con voluta, eccessiva spudoratezza, il flusso delle
immagini grottesche dei corpi ridotti a merce travolge e nel vortice di confusione non si
percepiscono pienamente il messaggio umano, il dramma delle situazioni di miseria, di
solitudine, la malinconia che insidia l'apparente allegria di queste creature notturne. E
forse, in un momento così irto di omofobia sguaiata, un ritratto caricato e piuttosto
grossolano di una comunità, potrebbe appesantire le avversioni che vergognosamente si
moltiplicano invece di aiutare a capire. Mirella Caveggia
"Operetta amorale"
Enrico Ianniello e Nicoletta Braschi
foto Giorgio Sottile


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