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Numero 12 del 2009

Femminsmo: parliamone


Foto: Femminsmo: parliamone
PAGINA 43

Testi pagina 43

Leda, una storia e una vita
Un modo intri-
gante di entrare
nella storia del
Novecento, rac-
contando i gran-
di passaggi che
hanno segnato
l'evoluzione dei
contesti e delle
condizioni di
masse di disere-
dati anche at-
traverso l'intrec-
cio delle vite dei protagonisti. La scel-
ta narrativa di Francesco Piva è ottima:
ti prende per mano fin dalle prime pa-
gine e ti conduce fino alla fine del libro
con il piacere di conoscere documenti
e date, ma anche emozioni e ricordi. E'
straordinario apprendere come, in
tempi non molto lontani, ad una don-
na di umili origini fosse possibile arri-
vare dalle risaie al Parlamento. L'evolu-
zione della vita di Leda Colombini va
di pari passo con le lotte contadine, lei
ne è interprete e parte dirigente e può
raccontare con il ricordo vivo cosa ha
significato superare il dopoguerra e ar-
rivare alla conquista di diritti civili ed
economici. Soprattutto per le donne,
che subivano un duplice sfruttamento
in casa e nelle campagne essendo pa-
gate molto meno degli uomini. L'obiet-
tivo dell'autore è quello di analizzare le
modalità attraverso cui venivano tra-
smessi i messaggi politici e culturali
nei grandi partiti di massa, in partico-
lare del PCI, cogliendo il senso profon-
do della funzione svolta da quelle che
sono state fondamentali agenzie form-
ative dell'Italia di quegli anni.
Francesco Piva
Storia di Leda
Da bracciante a dirigente di partito
Ed FrancoAngeli, pagg 300, Euro 28,00
Corpi mediatici
Una raccolta di saggi e riflessioni di
impronta sociologica e semiotica che
cercano di rispondere ad una serie di
questioni che ruotano intorno al corpo
femminile: i rapporti tra il reale e il vir-
tuale, la 'digitalizzazione del deside-
rio', le pratiche pornografiche nella re-
te...Il libro si
colloca in una
ambito di gran-
de attualità
considerato il
dibattito ancora
acceso intorno
all'uso del corpo
delle donne che
fanno i media. I
vari saggi sono
quasi tutti scrit-
ti da donne e
trattano i temi della perfezione e dei
processi identitari nei media, dell'ero-
tizzazione del corpo delle bambine
oppure dell'educazione sessuale nei
media. Le due curatrici Saveria Capec-
chi e Elisabetta Ruspini cercano di ca-
pire cosa accade di nuovo nel mondo
virtuale, a scoprono che anche lì si ri-
producono stereotipi di genere e le
tradizionali dinamiche di potere tra
uomini e donne.
Saveria Capecchi
Elisabetta Ruspini (a cura di)
Media, corpi, sessualità
Dai corpi esibiti al cybersex
Ed FrancoAngeli, pagg 240, Euro 27,00
noidonne dicembre 2009 43
Un momento sto pensando...
"...da ogni studio emerge che se
la Coca Cola vuole mantenere il
30% del mercato, deve fare il 30%
di pubblicità: beh, non ci sono
sostanziali differenze per la scelta
di un acquisto o del voto".
"...vogliamo spiegare le nostre
proposte in modo semplice: il pub-
blico italiano non è fatto solo di
intellettuali, la media è un ragazzo
di seconda media che nemmeno
siede al primo banco... E' a loro che
devo parlare!". Così Silvio
Berlusconi già nel 2004 ci spiegava
come si arriva ad avere un vasto
consenso. Pubblicità e spot promo-
zionali o pseudo politici, ripetuti a
raffica centinaia di migliaia di
volte, si insinuano nella mente di
chi riceve i messaggi. Il mancato
riscontro, che ne consegue, di pro-
poste alternative o divergenti può
indurre ad interiorizzare concetti e
opinioni a senso unico col rischio,
tout court, di farli propri. Ed è qui
che entra in gioco "lo spirito criti-
co".
Spirito critico, dal greco ????????
("che discerne")
Sviluppare lo spirito critico è fon-
damentale, consente di percorrere
la prima tappa di quella grande
avventura che è imparare a pensa-
re con la propria testa. Analizzare,
prendendosi il tempo di riflettere,
e decidere di valutare; informazio-
ni, comunicati, battages pubblici-
tari, notizie e quant'altro ci venga
sottoposto, sono operazioni che ai
giorni nostri possono sembrare
"rivoluzionarie".
Possedere spirito critico è essen-
ziale per filtrare le influenze ester-
ne, resistere alle mode e ai miti
della società dei consumi, opporsi
alle varie manipolazioni, sia a quel-
le manifestamente pacchiane,
quanto a quelle più nascoste e
ambigue. I ritmi veloci, e per que-
sto forzatamente superficiali, ten-
dono ad impedirci di pensare
prima di prendere decisioni e/o
agire.
Pensare: prendiamoci il tempo di
farlo, è l'unico bene che non ci
costa nulla e che possiamo gestire
autonomamente e con la massima
libertà.
Libri


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