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Numero 12 del 2009

Femminsmo: parliamone


Foto: Femminsmo: parliamone
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Testi pagina 30

dicembre 2009 noidonne30
Nella notte tra il 12/13 agosto 1961,W. Ulbricht, leader della SED e pre-
sidente del Consiglio Nazionale di Dife-
sa della RDT, diede l'ordine di sbarrare
la strada che segnava il confine tra i set-
tori Est e Ovest di Berlino. Dopo aver ot-
tenuto pochi giorni prima il benestare
dell'URSS, e con il sostegno delle truppe
sovietiche stanziate nella RDT, la poli-
zia di frontiera iniziò a sventrare le vie
del centro di Berlino. Furono ammuc-
chiati pezzi d'asfalto sino a formare
barricate, e costruite recinzioni di filo
spinato. Alcuni giorni dopo, nella notte
tra il 17/18 agosto, dei lavoratori sosti-
tuirono il filo spinato con un muro. Na-
sceva il Muro di Berlino. Il 24/8/1961,
G. Litfin, un sarto di 24 anni, veniva uc-
ciso dalle guardie di frontiera della RDT
mentre cercava di fuggire da Berlino Est
a Berlino Ovest. Era la prima vittima del
Muro. Per 28 anni, il Muro di Berlino
era stato il simbolo della guerra fredda,
che aveva politicamente diviso il mon-
do in due emisferi: orientale e occiden-
tale. Più di 100 persone erano morte,
tentando di oltrepassare quel Muro ab-
battuto nel 1989.
Il 9 novembre sono stati celebrati i
20 anni dalla caduta del Muro di Berli-
no, simbolo d'ostilità, segregazione e in-
comunicabilità. Tuttavia, caduto quel
muro, ne restano in piedi altri: reali, in-
visibili. Muri che circondano le nostre
vite, e che ci dividono in base alle nostre
diverse appartenenze. Muri che spezza-
no famiglie e popoli interi, che frantu-
mano identità, che negano speranze.
Muri conosciuti e muri dimenticati. Un
ampio elenco. A partire da quello lungo
1.125 km., conosciuto come muro di Ti-
juana, che copre un terzo del confine tra
USA e Messico. Una lamiera metallica,
che si snoda per chilometri lungo la
frontiera tra Tijuana (Messico) e San
Diego (California). E' stata innalzata
contro i cittadini del Centro e Sud Ame-
rica, che cercano di raggiungere gli USA
attraverso il confine messicano per sfug-
gire a fame e miseria provocate dalle
politiche che da sempre fanno del Sud
del continente il backyard statunitense.
Altri tratti di barriera si trovano in Ari-
zona, Nuovo Messico e Texas. Per non
parlare della possente muraglia, larga 4
km., eretta dai sud-coreani, che spezza
in due la Corea. Questa muraglia è sta-
ta creata a partire dal 1977, durante il
regime di Pak Chong Hi, sotto la super-
visione americana. Si estende per 240
km., la larghezza totale della Corea me-
no una trentina di km. intorno a Pan-
munjom. E poi ancora: il muro Malay-
sia/Thailandia, lungo 27 km., costruito
dai thailandesi al confine con la Malay-
sia, per contrastare l'arrivo di armi de-
stinate alla guerriglia musulmana e se-
paratista a Sud del territorio. Il muro
Zimbabwe/Botswana, uno sbarramento
elettrificato ufficialmente creato per im-
pedire agli animali selvatici di passare
da un paese all'altro. Sorto, in realtà,
per evitare che profughi, per sottrarsi ai
massacri etnici nello Zimbawe, entrino
nel Botswana, una piccola nazione con
uno dei redditi più alti dell'Africa. In-
somma, un muro che sembra la versione
africana del muro di sicurezza d'Israele.
E poi, tante piccole "strisce di Gaza":
villaggi delle comunità San ed Herero,
tagliati in due o privati delle vie d'ac-
cesso all'acqua, dove si verificano di
continuo sanguinose guerriglie. Da una
parte, gli abitanti dei villaggi che tenta-
no di rimuovere quell'intollerabile bar-
riera, dall'altra, l'esercito del Botswana
impegnato a far rispettare la demarca-
zione del confine. In Asia centrale si tro-
va, invece, un muro, equipaggiato di
sensori e videosorveglianza, eretto dal-
l'Uzbekistan per affermare la sovranità
su alcuni territori disputati con il
Kyrgyzstan. Tra India e Pakistan ce n'è
uno di 3.300 km. che divide i due paesi.
Il Pakistan ha costruito uno sbarramen-
to di 2.400 km. per controllare la sua
frontiera con l'Afghanistan. Mentre il
governo iraniano sta portando a termi-
ne la costruzione di un muro sul confine
con la Repubblica pakistana. Dopo sei
anni di duro lavoro è stato inaugurato
anche il muro che dividerà India e Ban-
gladesh: una cortina di ferro lunga
4.000 km. Obiettivo: frenare gli immi-
grati, bloccare i terroristi, i trafficanti di
droga e i mercanti d'armi. E che dire del
Marocco, attorno alla cui regione del
sahrawi si estende per quasi 4.000 km.
un grande bastione detto anche "cintura
di sicurezza"? La sua funzione è quella
di "proteggere" il paese dai tentativi d'in-
filtrazione del Fronte Polisario nei terri-
tori occupati militarmente dal Marocco,
e impedire alla popolazione del sahara-
wi di esercitare il suo diritto all'autode-
terminazione e all'indipendenza. Nell'a-
rea chiamata Medio Oriente, l'Arabia
Saudita non è stata da meno: dal 2003
la separa dallo Yemen una cinta fatta di
cemento armato e munita di apparati di
controllo elettronico, con lo scopo di
bloccare l'immigrazione illegale della
popolazione yemenita. Un'altra barrie-
ra ultramoderna lunga 900 km. è stata
creata dall'Arabia Saudita nel 2006 sul-
la frontiera con l'Iraq. E poi c'è il muro
Kuwait/Iraq. Il Kuwait ha rinforzato il
muro, già esistente, lungo 215 km. di
frontiera con l'Iraq. E, ancora, la recin-
zione degli Emirati Arabi Uniti, costrui-
ta lungo tutta la linea di confine con il
20 anni senza
I "Muri della vergogna"
Cristina Carpinelli
Muro Belfast
Muro Uzbekistan-Kyrgyzstan Cintura di Gaza Muro a Qalqiliya in CisgiordaniaMuro di Berlino


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