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Numero 12 del 2009

Femminsmo: parliamone


Foto: Femminsmo: parliamone
PAGINA 18

Testi pagina 18

18 noidonne dicembre 2009
Intervista con Claudia Mattia,
Coordinamento nazionale Udi
È novembre, la Staffetta di donne con-
tro la violenza sulle donne volge al ter-
mine, ma alla sede nazionale
dell'Unione Donne in Italia fervono
idee e progetti. Abbiamo incontrato
Claudia Mattia, del Coordinamento
nazionale dell'associazione nonché
responsabile delle consultazioni
dell'Archivio Centrale di Roma.
Claudia, 36 anni, è arrivata all'Udi nel
2005 per le ricerche relative alla sua tesi sulla costruzione
del welfare nel secondo dopoguerra e qui ha deciso di rima-
nere.
Cosa ti ha spinto a impegnarti nell'Udi?
Prima dell'Udi non ho mai fatto parte di un'associazione o di
un partito politico: non mi sentivo attratta dalla politica isti-
tuzionale o istituzionalizzata ma all'Udi mi sono sentita a
casa. Un po' per il separatismo che l'associazione pratica e
poi perché l'Udi, unica nel suo genere, rappresenta un osser-
vatorio della realtà con un taglio specificamente femminile,
non una visione generale. Ho scoperto così un mondo che,
nonostante il mio corso di studi sia stato improntato alla
storia, mi era rimasto celato.
La politica dell'Udi, che in questi anni hai vissuto da pro-
tagonista con la campagna 50E50 e adesso con la
Staffetta, ti rappresenta?
L'Udi è, a mio avviso, l'unica voce veramente indipendente
che ha dato espressione e parole alle donne. Riesce ad arri-
vare al cuore dei problemi, alle donne reali che abitano gli
spazi che ci circondano: non quelle stereotipate, uniche che
la società riconosca. E questo grazie all'autonomia politica
ed economica che caratterizza l'associazione e che le consen-
te di non dover mettere in atto forme di riconoscenza.
Quali sono gli strumenti che rendono possibile quest'au-
tonomia economica?
In primo luogo il tesse-
ramento ma altrettanto
importante è la distri-
buzione del calendario,
un appuntamento fisso
che ha accompagnato i
60 anni di storia
dell'Udi. Da osservatrice
privilegiata quale sono,
in quanto responsabile
delle consultazioni
dell'Archivio, ho avuto
la possibilità di visiona-
re i calendari che l'Udi
ha prodotto dal 1952 a
oggi: le immagini, i
testi seguono e rappre-
sentano l'associazione
per come si è andata
evolvendo in questi
decenni. Così nell'immediato
dopoguerra il calendario trasfe-
risce in immagini la scelta
dell'Udi, appena nata, di con-
centrare i suoi sforzi sulla rico-
struzione e sull'infanzia. Così
come il calendario 2010 rac-
conta l'itinerario della Staffetta
attraverso le sue tappe in tutta
la Penisola, dando visibilità alle
donne che hanno partecipato,
raccontandole nelle forme che
hanno scelto per aderire al pro-
getto (il calendario è prenota-
bile presso la sede nazionale dell'Udi, tel. 066865884 - mail
udinazionale@gmail.com, ndr).
L'Udi è una fucina di idee e di iniziative: dalla campagna
50E50 fino alla Staffetta passando per la Scuola politica.
Quali progetti per l'immediato futuro?
Dalla Scuola di quest'anno, dal titolo "Che ti sei messa in
testa? L'ambizione tra politica, sapere e vita pubblica", è
nata l'idea di organizzare una serie di incontri, per la preci-
sione 5finesettimanadipolitica a cura di Federica Giardini,
docente di Filosofia politica all'Università Roma Tre, e Pina
Nuzzo, delegata nazionale dell'Udi. Gli incontri, aperti a
tutte le donne, si terranno con scadenza mensile presso la
Sede nazionale e tratteranno temi diversi, ognuno dei quali
approfondirà progetti che l'Udi ha avviato o introdurrà
obiettivi futuri dell'associazione.
Qual è secondo te l'obiettivo fondamentale che l'Udi
deve porsi?
A mio avviso l'Udi deve essere contemporanea alle donne e
alla realtà che ci circonda. Deve rispecchiare e indagare i
problemi delle donne di oggi, con i problemi di oggi, delle
donne più giovani e delle straniere. Questo non esclude nes-
suna generazione perché ad esempio i problemi di chi oggi è
madre si riflettono, a causa delle carenze del nostro welfare,
sulle nostre madri e si rifletteranno un giorno, se non già
ora, sulle scelte di vita delle nostre figlie.
L'ultimo degli incontri dei
5finesettimanadipolitica, dal
titolo 'Cosa mi rende felice',
si terrà a maggio e vedrà la
tua partecipazione diretta.
Ecco Claudia, cosa credi ti
potrebbe rendere felice?
Vivendo l'Udi come la vivo io,
posso dire che potrebbe ren-
dermi felice il raggiungimento
di una parità sostanziale tra
donne e uomini, una società
capace di accogliere le diffe-
renze, che senta il bisogno di
porre al centro l'individuo con
il suo carico di soggettualità e
potenzialità.
E poi, mi piacerebbe diventare
madre.
pagine autogestite dall’UDI a cura di Ingrid Colanicchia
L'Udi… fucina di idee


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