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Numero 8 del 2009

Ozio pigrizia tempo libero


Foto: Ozio pigrizia tempo libero
PAGINA 45

Testi pagina 45

Un soggiorno d'oltral-pe, nelle periferie
metropolitane francesi e
in una città fantasma
dell'ex DDR, ha ispirato
'I racconti crudeli della
giovinezza' dei Motus,
autori di esperimenti tea-
trali spericolati, che ad
altissima temperatura
fondono arti visive, fan-
tascienza, fumetto, ba-
rocco, pubblicità, poe-
sia. Con il risultato di
un'arte purissima. Con i
loro intrecci disordinati e
caotici, scortati da suoni
che sconfinano nel frago-
re e nell'ossessione, han-
no aperto il Festival delle Colline Tori-
nesi con questa prima nazionale, un af-
fresco di impressionante efficacia delle
reazioni di tanti giovani del nostro tem-
po, annichiliti e rabbiosi di fronte al de-
serto che li attornia, al disfacimento del
tessuto sociale, alle mancate risposte a
domande disperatamente formulate, al-
l'oceano di indifferenza che annega
energie, vitalità, fermenti, e quella sete
di tenerezza da loro stessi negata. Il la-
voro preparato con cura, condotto con
impegno e un'applicazione spasmodica,
che piacerà ai giovani, va affrontato da
spettatori muniti con una solida attrez-
zatura della mente e del cuore. Con le
sue immagini di città senza
anima e in spopolamento, i
suoni confusi, il frastuono
incessante, le proiezioni che
invadono il palcoscenico ri-
succhiando i bravissimi at-
tori, lascia un segno in pro-
fondità. Ma con lo sgomen-
to induce ammirazione per
le qualità innegabili della
compagine teatrale rimine-
se, che ha introdotto con
successo la linea della rasse-
gna 'Festival delle colline to-
rinesi' di Sergio Ariotti e Isa-
bella Lagattolla: una scelta che non
blandisce i gusti correnti di un pubblico
intorpidito, ma con coraggio propone
iniziative, progetti, esperimenti nazio-
nali e internazionali di nuove forme
espressive. Dei Motus sono andati in
scena con gran successo Crac e Let the
Sunshine in (antigone) contest#1.
noidonne luglio/agosto 2009 45
La giovinezza secondo i Motus
Teatro
Mirella Caveggia
intrecci disordinati e caotici,
scortati da suoni che
sconfinano nel fragore
e nell'ossessione
Foto di Pierre Borasci
Il nome di Gabrielle Coco Chanel evoca, in tutto il
mondo, uno stile unico, una rivoluzione nella moda e
nel costume, incarnando un vero e proprio mito per
generazioni di donne. Ancora oggi identifichiamo alcu-
ni tipi di scarpe basse o certi tailleur dal taglio semplice
con l'appellativo chanel, per non parlare della linea di
profumi e cosmetici resa immortale dall'utilizzo del
famoso Chanel n.5 unico 'elemento' di seduzione che
l'indimenticabile Marylin Monroe avrebbe indossato in
particolari circostanze. Ma chi era e da dove veniva
Coco Chanel? Proprio a questo interrogativo intende
rispondere il film Coco avant Chanel: l'amore prima del
mito, della regista Anne Fontaine, la quale, senza alcun
perbenismo (o forse all'eccesso opposto), decide di evi-
denziare gli aspetti meno 'nobili' di Coco, decisa ad ogni
costo ad elevarsi dalla condizione di miseria, prima ten-
tando la strada del varietà insieme alla sorella, poi
facendosi mantenere da un ricco aristocratico. Sarà pro-
prio grazie alle frequentazioni del 'bel mondo' che Coco,
già abile sarta dai tempi dell'orfanotrofio, svilupperà il
suo talento per le tendenze d'avanguardia e per la moda
minimalista e quasi androgina, dai cappelli, ai pantalo-
ni, ai costumi per il tea-
tro. Gioie e dolori (la
morte dell'unico grande
amore della sua vita Boy
Capel, interpretato da
Alessandro Nivola) si
susseguiranno fino al
successo "Ero interessa-
ta non tanto all'elemen-
to moda quanto al
carattere di questa
donna eccezionale -
afferma la regista - Mi
colpiva il fatto che si
fosse fatta da sé: una
ragazza che veniva dalle campagne francesi, povera,
senza istruzione, ma dotata di una personalità straordi-
naria e destinata a precorrere i tempi". Nei panni della
grande stilista, l'attrice francese Audrey Tautou, già
Amelie, un po' meno innocente e forse più vissuta ma
decisamente adatta al ruolo.
Elisabetta Colla
Cinema
Coco avant Chanel: l'amore prima del mito
il talento di una ragazza che si è fatta da sola


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