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Numero 8 del 2009

Ozio pigrizia tempo libero


Foto: Ozio pigrizia tempo libero
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Testi pagina 2

Yolanda Zuluaga è nata a Bogotà.
Innamorata delle diverse espressioni
della vita e della cultura, è da sempre
impegnata nella cooperazione interna-
zionale e nella promozione dei diritti
umani di donne, bambine e bambini in-
digeni. Attivista pacifista, è laureata in
storia, ha ottenuto il dottorato in socio-
logia a Parigi e vive in Italia dal 1995,
dove lavora con le persone migranti.
Dal 1997 si è impegnata in diverse con-
sulenze per il Comitato Internazionale
per lo Sviluppo dei Popoli (CISP),
l'UNDP e altre organizzazioni. Ha tra
l'altro realizzato o partecipato alle se-
guenti pubblicazioni: "Fronteras que
unen. Encuentro amazónico de cuatro
naciones: Brasil, Colombia, Ecuador y
Perú" (2009), "Mujeres y niños indíge-
nas en la Amazonia colombiana. Dia-
gnóstico sobre la situación de derechos
humanos" (2007), "El desplazamiento
por la violencia en Colombia. Experien-
cias, análisis y posibles estrategias de
atención en el Departamento de Antio-
quia" (1999). Cura anche l'organizza-
zione di eventi per la promozione della
pace e dei diritti umani.
Qual è la situazione attuale in Colom-
bia, e in particolare in Amazzonia?
La situazione è molto complessa. Ci
sono zone in cui sono in atto conflitti
armati tra guerriglia, paramilitari, mili-
tari. Insieme alla crescente espansione
del narcotraffico, ciò determina condi-
zioni di grave vulnerabilità dei diritti
umani.
In che misura questo influisce sulla
popolazione, e in particolare sulle
donne?
Ovunque, i conflitti e la violenza pro-
ducono distruzione e insicurezza, con
gravi conseguenze sul corpo delle donne
e delle bambine, sulla dignità persona-
le, la libertà, la salute sessuale e ripro-
duttiva.
Cosa si sta muovendo?
Recentemente si sono incontrate de-
legazioni degli indigeni di Colombia,
Perù, Brasile ed Ecuador per esprimere
opinioni e formulare proposte sulle poli-
tiche di frontiera, affinché i governi ten-
gano conto dei loro "piani di vita". I
"piani di vita" indigeni, così come sono
da loro chiamati, sono molto diversi da
quelli che noi potremmo chiamare, per
affinità, progetti o piani di sviluppo. Lo-
ro concepiscono dei piani integrali a
lungo termine, che tengono conto delle
generazioni future e dell'ambiente.
Per la prima volta nella storia, alcu-
ni gruppi indigeni hanno deciso di
trascrivere la loro tradizione orale.
Cosa significa questo?
Si tratta di un passaggio epocale.
Mettere per iscritto la propria tradizione
orale è un modo di comunicare con le
generazioni future, con le autorità pub-
bliche e con l'esterno in generale. Quan-
do la Colombia, nel 1991, ha introdotto
la multi-etnicità nella propria Costitu-
zione e ha riconosciuto diritti speciali
agli indigeni, ciò ha rappresentato un
grande passo per la democrazia. Ma il
punto essenziale è: fino a dove possono
arrivare i diritti di questi popoli? Dialet-
ti, identità, tradizioni, educazione, salu-
te, tutela del territorio e delle risorse na-
turali vanno preservate. Spesso gli inte-
ressi economici hanno portato verso di-
rezioni opposte. Questi popoli sono vul-
nerabili, in quanto nel loro territorio si
trovano petrolio, oro, minerali preziosi e
legni pregiati. Le diverse colonizzazioni
subite da queste regioni, da quella degli
spagnoli nel '500 a quella molto più re-
cente delle multinazionali, hanno forte-
mente compromesso gli equilibri natura-
li e la vita stessa di molte persone.
Cosa abbiamo da imparare dalla
tradizione indigena?
C'è chi sostiene che questi indigeni
fermano il progresso. La loro diversa vi-
sione del cosmo arricchisce piuttosto il
genere umano. Il loro stile di vita si ba-
sa sulla relazione armonica con la na-
tura e tutti gli esseri viventi. Sono due
principi diversi: loro partono da un'idea
centrale di protezione della natura e
della vita, nel cosiddetto nord del mon-
do si afferma invece l'idea dello svilup-
po inteso come sfruttamento. Noi occi-
dentali ci concepiamo come individui,
loro come collettività. Il loro stile di vi-
ta e il loro obiettivo si basano sul difen-
dere la posizione collettiva, per salva-
guardare la natura e la sopravvivenza,
in pace, di tutti i popoli. Mentre dall'al-
tra parte si agisce per l'importazione
della violenza e dello sfruttamento, con
processi distruttivi che portano anche
alla trasformazione etica della popola-
zione. Per evitare di colpire gli interessi
privati di attori economici molto forti,
lo Stato colombiano non ha tenuto con-
to dei legittimi interessi delle popolazio-
ni indigene. Per questo chi lotta per la
pace e i diritti è in pericolo.
Che ruolo hanno le donne?
Credo di aver imparato molto dalle
indigene. Le donne hanno una partico-
lare capacità di intuizione. In certi
gruppi indios ci sono anche donne scia-
mane, e spesso le guaritrici e le deposi-
tarie delle scienze medicinali e delle er-
be sono donne, anche se in certe zone
hanno ancora scarsi ruoli pubblici e po-
litici. Ma sono le donne a saper ascolta-
re la conoscenza ancestrale che tutti
abbiamo, a mettere insieme la ragione e
gli elementi intangibili, siamo più unite
alla natura, (pensiamo al ciclo, alla
maternità), quindi siamo capaci di tro-
vare unità con gli esseri umani e il co-
smo. In queste capacità di relazione sia-
mo un po' indigene ed è qui che nasce la
solidarietà.
luglio/agosto 2009 noidonne2
Yolanda Zuluaga
Elena Ribet
Per una rete contro i crimini ambientali in Amazzonia:
yolandazul@gmail.com federicomortara@gmail.com


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