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Numero 5 del 2009

La nuova Europa


Foto: La nuova Europa
PAGINA 32

Testi pagina 32

maggio 2009 noidonne32
Per la prima volta dal 1989 cortei diprotesta hanno invaso il centro di al-
cune capitali dell'Est europeo: Vilnius,
Riga, Tallinn e Sofia. Altri fermenti si so-
no avuti in Polonia, Cechia, Ungheria,
Slovacchia e Romania. Il malcontento
popolare nasce da politiche economiche
che dal crollo del muro di Berlino han-
no creato ricchezza abnorme per pochi
privilegiati e miseria crescente per la
maggior parte della popolazione. Le
manifestazioni di protesta sono scop-
piate nel momento in cui i vari governi
liberisti hanno approvato misure anti-
crisi, che vanno ancora una volta a col-
pire salari e pensioni.
Il miracolo delle economie dell'est,
con tassi di crescita che la vecchia Eu-
ropa poteva solo sognare, appartiene al
passato. Dopo il boom seguito al crollo
della cortina di ferro, le giovani demo-
crazie, con la crisi economica mondiale,
arrancano ora in una profonda reces-
sione. Risucchiati dalle turbolenze sui
mercati finanziari globali, i paesi est eu-
ropei hanno scoperto di colpo la fragili-
tà dei loro sistemi, passati velocemente
da economie centralizzate a economie
di mercato senza regole. Crollo delle va-
lute nazionali sull'euro, crisi di liquidi-
tà, tensioni sociali per il malessere della
gente che teme di perdere il posto di la-
voro, tagli al welfare, hanno costretto le
istituzioni internazionali (Fmi e Bm) e
quelle europee (Bei) a scendere in soc-
corso delle fragili economie.
Il flagello si è abbattuto su finanza,
assicurazioni ed edilizia, settori tipica-
mente maschili, ma anche su servizi e
commercio, dove gran parte delle mae-
stranze sono donne. Molti lavoratori so-
no espulsi dal mondo del lavoro.
Di questi, le donne sono in numero
superiore: tenendo conto delle differenze
nei livelli occupazionali tra i sessi, si
può affermare che le donne sono le vit-
time predestinate della recessione.
L'impatto di genere della crisi ha col-
pito in modo particolare l'est europeo,
già provato dagli anni della transizio-
ne, durante la quale i tassi d'ingresso e
d'uscita dal lavoro si ripartirono iniqua-
mente a grande svantaggio delle donne.
Ma le categorie più esposte a insicurez-
za, scarse retribuzioni e licenziamenti
sono quelle ad impiego vulnerabile.
Dentro queste categorie, la
percentuale di lavoratrici è
molto alta, poiché le donne subiscono
più rapidamente le conseguenze negati-
ve di un momento di stagnazione eco-
nomica, mentre beneficiano in ritardo
della ripresa. E già prima della crisi, la
maggior parte di loro viveva di econo-
mia informale con retribuzioni e prote-
zione sociale inferiori.
Quando l'indice GEI (Gender Equity
Index) segna regressioni a livello nazio-
nale, per la maggior parte dei casi si
tratta di passi indietro nella partecipa-
zione delle donne all'economia.
Questo, come afferma il Rapporto
2008 del Social Watch, è il caso dell'Eu-
ropa dell'Est, che presenta il peggiora-
mento più consistente. Lettonia, Bielo-
russia, Slovacchia e Macedonia, paesi
che nel passato avevano goduto di ele-
vati livelli di partecipazione femminile
all'economia, si trovano ora nel gruppo
di quelli che hanno fatto marcia indie-
tro. Afferma l'avvocata bulgara Geno-
veva Tisheva del Comitato di coordina-
mento del Social Watch: "Nell''Europa
dell'Est le donne, dopo aver conseguito
il diploma di scuola superiore, sono
sempre più spesso disoccupate".
La Tisheva avverte che la tendenza
globale alla liberalizzazione degli scam-
bi del mercato "ha fatto delle donne i la-
voratori più flessibili sul mercato del la-
voro, soggetti a deregolamentazione,
processi d'informalizzazione e abbassa-
mento degli standard sociali e del lavo-
ro".
Torna ad esplodere in tutto l'Est euro-
peo il consumo esasperato di droga e al-
col, che intossicano le vecchie come le
giovani generazioni. Ritorna la fame dei
primi anni novanta, che è la ragione del
degrado sociale e morale di questi pae-
si: dalla Bulgaria alla Romania, dalla
Slovacchia alla Moldavia, giovani don-
ne si dirigono verso i marciapiedi del-
l'Europa occidentale. I casinò di mafiosi
e arricchiti locali ingrassano nella capi-
tale rumena nonostante la crisi. Buca-
rest è la seconda città, dopo Las Vegas,
per numero di casinò. Porno-battelli
rondano di notte sul lago Balaton in
Ungheria, capitale mondiale della pro-
duzione pornografica. All'Est le donne
erano, e restano, le vere forze produtti-
ve: quelle che ogni giorno e con ogni
mezzo compiono il miracolo della so-
Est Europa
Al tempo delle economie senza regole
Cristina Carpinelli


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