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Numero 2 del 2009

Se 60 anni vi sembran pochi provate voi a lavorar...


Foto: Se 60 anni vi sembran pochi provate voi a lavorar...
PAGINA 23

Testi pagina 23

noidonne febbraio 2009 23
introduce un forte elemento di discrimina-
zione. Ma, come afferma la Piccinini, "la
flessibilità in uscita è l'unico strumento va-
lido per coniugare una reale parità di trat-
tamento tra uomo e donna con l'esercizio
delle opportunità individuali e della libera
scelta ed è anche l'unico strumento che per-
mette un vero innalzamento delle età medie
di pensionamento".
L'altra preoccupazione di chi è contrario
all'equiparazione dell'età pensionabile è che
le risorse aggiuntive che si verrebbero a
creare per il risparmio nell'erogazione delle
pensioni e le maggiori entrate contributive
che si determinerebbero non vengano poi
realmente utilizzate per le donne come è già
accaduto nel 1992. C'è poi il timore che la
sentenza venga usata come alibi per rifor-
mare l'intero sistema pensionistico alzando
ulteriormente il momento di uscita dal mer-
cato del lavoro.
Ma cosa è utile davvero
per le donne?
Innanzitutto che si smetta di utilizzare
le donne e il loro lavoro come una bandie-
ra da alzare a seconda del vento. E' già ab-
bastanza triste e rivelatore che il nostro
paese abbia il penultimo tasso di occupa-
zione in Europa (ci supera solo Malta); che
i salari delle donne siano pari a tre quarti di
quelli dei loro colleghi maschi; che nelle
aziende quotate in borsa, escluse banche e
assicurazioni, nel 63,1 per cento dei casi
non figura alcuna donna nel Consiglio di
Amministrazione (CdA); che nelle banche,
il 72,2 per cento dei CdA non conta nean-
che una donna tra i loro componenti; che
nelle assicurazioni, anche se il 45 per cento
del personale è costituito da donne, tra i di-
rigenti siano solo l'11%; che il 77,7% del la-
voro familiare prodotto dalla coppia sia
realizzato dalle donne; che il 98,5% del
Parlamento italiano sia composto da uomi-
ni. Dati che ormai conosciamo troppo bene
e che ci dicono chiaramente del totale dis-
interesse da parte di chi ci governa (e di chi
ci ha governato) nei confronti della que-
stione femminile. Sarà lo scoramento che
accompagna questo inizio di 2009 ma, sia
le proposte e le promesse di investimenti
sulle politiche per l'occupazione e per il wel-
fare di sostegno alle donne, che i suggeri-
menti e i calcoli di chi ormai si attacca ai
cavilli per cercare di rimediare ad una si-
tuazione oggettivamente irrimediabile, sem-
brano inadeguati. Alle donne non serve né
l'inseguimento morboso della perfetta pari-
tà né tentazioni di scambio tra il proprio
tempo e i servizi sociali. Fino a quando non
si riconoscerà il valore sociale della mater-
nità e del lavoro di cura, l'enorme mole di
relazioni, di piccoli e gradi gesti di amore,
che comportano però dispendio di tempo,
concentrazione, fatica, impegno, abilità, in-
gegnosità, affidabilità, sarà perfettamente
inutile sedersi a parlare di numeri.
non si può parlare di equiparazione del lavoro femminile
con quello maschile, senza risolvere prima il problema
della condivisione del lavoro familiare e domestico,
del suo riconoscimento sociale,
della disparità nell'accesso all'occupazione
Un'occasione
da non perdere
La radicale Emma Bonino, eletta alle ulti-
me elezioni politiche nelle liste del Partito
democratico, sostiene da tempo la batta-
glia per l'equiparazione dell'età pensiona-
bile tra uomo-donna e si è espressa molto
chiaramente sull'argomento evidenziano anche come non sia possibile
non rispettare la sentenza dell'Unione europea 'Non possiamo mica per-
metterci di gettare dalla finestra centinaia di milioni per pagare una multa.
Le sentenze vanno rispettate'. La crisi economica mondiale e la recessione
che ci sta travolgendo sono, secondo l'esponente radicale, una ragione in
più per attuare una riforma che equipari l'età della pensione per uomini e
donne: 'la recessione assesterà un altro colpo al lavoro delle donne visto
che in maggioranza hanno contratti flessibili e visto che più degli uomini
hanno difficoltà di accesso sul mercato del lavoro. La sentenza della Corte
europea diventa, in questa senso, un'occasione. Dobbiamo fare di neces-
sità virtù. Accettare l'equiparazione dell'età. pensionabile e chiedere in
cambio un vincolo politico: cioè, che i risparmi finanzino incentivi fiscali
sul lavoro femminile oppure che si introducano contributi figurativi previ-
denziali per ogni figlio'. Di fronte ad una situazione economica critica, con
un grande preoccupazione del governo a trovare risorse da investire 'le
pensioni restano l`unica riforma a costo zero e con relativi sacrifici per i
cittadini per riassestare il sistema e ridare ossigeno agli esclusi. L`unica
riforma possibile, - prosegue Bonino - altrimenti servono più tasse e non
pare proprio il caso, visto l`affanno generale'. E di fronte a quanti afferma-
no che le risorse liberate dal mancato pagamento delle pensioni e dalle
maggiori entrate contributive non saranno utilizzate per politiche di
sostegno all'occupazione femminile e ai servizi si assistenza all'infanzia,
come, malgrado le promesse, è già accaduto in passato, risponde: 'stiamo
presentando un emendamento che vincola il governo ad utilizzare gli
eventuali risparmi determinati dall'applicazione della direttiva europea a
risolvere tutti i problemi collegati alla discriminazione delle donna nel
campo del lavoro'.
(N. A.)


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