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Numero 1 del 2009

Verso un nuovo mondo?


Foto: Verso un nuovo mondo?
PAGINA 37

Testi pagina 37

noidonne gennaio 2009 37
Messico
Minacce di morte alle
donne di Ciudad Juarez
María Luisa García Andrade e Ma-
risela Ortiz Rivera hanno cominciato
a ricevere minacce di morte dopo la
prima proiezione del documentario
sugli omicidi delle donne a Ciudad
Juarez, nello stato di Chihuahua, Ba-
jo Juárez: La ciudad devorando a sus
hijas. Nel film infatti appaiono Lilia
Alejandra García Andrade, sorella as-
sassinata di María Luisa García An-
drade, e quest'ultima con Marisela
Ortiz; le due donne sono presentate
come attiviste dell'associazione
Nuestras Hijas de Regreso a Casa (NHRC).
Secondo il racconto di testimoni, il 30 ottobre un'auto-
mobile con vetri oscurati si è fermata davanti all'abitazio-
ne della Andrade e un uomo, dopo aver rotto un vetro, ha
gettato all'interno un foglio con minacce di morte per lei e
per il figlio. Qualche giorno dopo i fatti si sono ripetuti
presso la casa della Ortiz. Le due donne hanno presentato
una denuncia al tribunale Speciale per i Delitti di violenza
contro le donne e per la Tratta delle persone.
Non è la prima volta che le attiviste di NHRC ricevono
delle minacce e malgrado la gravità delle intimidazioni ri-
cevute, non hanno, fino ad ora, ricevuto la protezione ne-
cessaria ma sono state tutelate solo dagli agenti della po-
lizia federale.
Nonostante la Commissione Interamericana dei Diritti
umani abbia ordinato al governo messicano di proteggere
le due donne fino a questo momento non è stata messa in
atto nessuna misura da parte del Tribunale Generale e del-
la Polizia Statale.
Mondo
51 milioni di spose-bambine
Il rapporto 2008 sullo Stato della popolazione nel mon-
do del Fondo dell'Onu per la Popolazione, presentato a Ro-
ma a cura dell'Associazione Donne per lo sviluppo ed inti-
tolato "Punti di convergenza: cultura, genere, diritti umani"
si concentra quest'an-
no sui fattori culturali
e su come essi incida-
no nella violazione dei
diritti umani, compresi
quelli di genere. Tra i
dati più emblematici
quello delle adolescen-
ti madri, ogni anno 14
milioni, il 90% nei pae-
si in via di sviluppo e
quello dei matrimoni
precoci: si stima che
siano 51 milioni le
adolescenti o bambine
già sposate. Questa
pratica espone bambi-
ne e ragazze a rischi di
sfruttamento, malattie e povertà. Anche se i matrimoni
precoci sono in calo, si stima che nei prossimi 10 anni, 100
milioni di ragazze si sposeranno prima di compiere 18 an-
ni. L'UNFPA sollecita dunque azioni di 'politica culturale' in
grado di incidere in maniera globale.
Uruguay
Vasquez mette il veto
alla Legge sull’aborto
E' stato impossibile far entrare in vigore in Uruguay la
legge che sancisce la depenalizzazione dell'aborto nelle
prime 12 settimane di gravidanza.
Da 4 anni, ancora prima della vittoria del Frente Amplio
e del conseguente insediamento del governo di Tabarè Vas-
quez, il progetto di legge era stato presentato e aveva ini-
ziato il suo iter parlamentare.
Tra il 5 e l'11 novembre scorso il cammino della Legge di
Salute Sessuale e Riproduttiva aveva trovato la sua conclu-
sione con l'approvazione alla Camera per un solo voto (49
a 48 - vedi 'noidonne' dicembre 2008) e al Senato con 17
voti su 30.
Il percorso della norma che, in caso di approvazione,
avrebbe portato l'Uruguay ad essere il primo paese suda-
mericano (ad eccezione di Cuba e Portorico) ad avere una
legge di regolamentazione dell'Interruzione Volontaria di
Gravidanza, si era mostrato sin dall'inizio irto di ostacoli
ed impedimenti; a partire dalla posizione del Presidente
che aveva sempre affermato di voler esercitare il suo dirit-
to di veto sul provvedimento, per arrivare, nei giorni di dis-
cussione finale in Parlamento, alle esternazioni della Chie-
sa cattolica che, per bocca del Monsignor Nicolás Cotu-
gno, arcivescovo di Montevideo, aveva minacciato di sco-
munica i parlamentari che avessero votato la legge.
E quando la legge è stata effettivamente votata dai due
rami del Parlamento la reazione del Presidente Tabarè Vas-
quez non si è fatta attendere: aveva 10 giorni per pronun-
ciarsi e in sole 24 ore l'ha rispedita in Parlamento ponendo
il suo potere di veto sugli articoli decisivi.
Con manifestazioni di protesta che hanno attraversato
il paese, in maggioranza favorevole alla legge, si è aperto
uno scontro istituzionale tra il Presidente e il Parlamento
che ha deciso di convocare le Camere riunite che con 3/5
dei voti avrebbero potuto superare il veto presidenziale.
Il 20 novembre si è consumato l'ultimo atto della triste
vicenda: per 11 voti l'Assemblea Generale non è riuscita a
riconfermare la legge.
Rimarrà quindi in vigo-
re una legge del 1938
che consente l'aborto
solo in caso di stupro o
rischio di vita per la
madre e prevede negli
altri casi pene detenti-
ve da 3 a 6 anni.
Secondo le statisti-
che ufficiali le interru-
zioni di gravidanza in
Uruguay sono 33 mila
all'anno; in realtà l'a-
borto è praticato clan-
destinamente in più del
doppio dei casi.
Fonti: RAINEWS 24, MISNA, Adital, IPS


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