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Numero 9 del 2014

Medicina di genere


Foto: Medicina di genere
PAGINA 37

Testi pagina 37

31Settembre 2014
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Nel 2000 il Ministero dell’Ambiente ha elaborato la Prima stra-
tegia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Nel 2008 la nuova
Costituzione ha attribuito diritti alla natura. Correa fa arretrare
un Paese in bilico tra passato e presente, confermando la di-
pendenza dell’economia nazionale dal prezzo del greggio. 
Nel 2014 sono proseguite proteste e iniziative unitarie di ecolo-
gisti, indigeni, studenti, donne e comuni cittadini. Ad aprile Ya-
sunidos, movimento apolitico formato da organizzazioni eco-
logiste e indigene, ha raccolto firme per un referendum sulle
estrazioni nel PNY. La portavoce Elena Gálvez l’ha visto come
un processo democratico autogestito, ma ha concluso: “Abbia-
mo rispettato tutte le regole, ma siamo stati calunniati varie vol-
te”. Le firme, giunte anche da Europa e Australia, superavano il
numero minimo sufficiente, ma il Consiglio Elettorale Nazionale
(CEN) ne ha dichiarata l’invalidità. Segni di violazione degli atti
e uno studio accademico mostrerebbero che numero di firme
valide è circa 100mila più del richiesto, perciò Yasunidos si è
appellato contro la decisione del CEN. Le aspettative di un esi-
to favorevole sono basse, ma il movimento è pronto a sollevare
istanze nelle sedi opportune a tutela dei diritti umani. 
Contraddizioni e iniziative legali si avvicendano su vari fronti.
Dopo l’avvistamento di indigeni in isolamento volontario, Yasu-
nidos e il Centro dei Diritti Economici e Sociali hanno chiesto
al Governo di sospendere le attività estrattive nel PNY. Infatti
la Costituzione (art. 57) prevede che lo Stato tuteli i diritti de-
gli indigeni senza discriminazioni, a condizioni di eguaglianza
ed equità tra uomini e donne e la violazione costituisce il de-
litto di etnocidio. Proprio il 25 maggio, Giornata Mondiale della
Biodiversità, dopo aver manifestando disapprovazione per la
contaminazione causata da Chevron nella zona nord-ovest,
il Ministro dell’Ambiente Lorena Tapi ha paradossalmente
concesso licenza di estrazione e sfruttamento dello Yasuni-ITT
a Petroamazonas, compagnia petrolifera statale. Poco dopo
Yasunidos ha chiesto l’intervento della Commissione Interame-
ricana per i Diritti Umani perché ottenga dal Governo la so-
spensione delle attività petrolifere nel Blocco 31 e difenda gli
indigeni residenti dall’imminente sfruttamento petrolifero. Quali
saranno gli sviluppi e gli esiti? Yasunidos spera nel referendum.
Chi ha firmato a favore dovrebbe votare contro la manovra di
Correa, ma molti poco sensibili all’ambiente potrebbero soste-
nerla pensando che giovi al Paese, povero e trascurato dal re-
sto del mondo. “Difendere il PNY è una questione che riguarda
la società civile, non solo contributi in denaro o affermazioni
politiche. Non c’è nulla di rivoluzionario se l’Ecuador cerca la
prosperità coi ricavi dal petrolio: l’ha fatto per mezzo secolo.
L’argomento di Correa è lo stesso di ogni presidente dalla sco-
perta del petrolio” sostiene Esperanza Martinez, Presidente
dell’ong Accion Ecologica. In Ecuador e altrove, lotta della
povertà e difesa dell’ambiente sono legate in un rapporto re-
ciproco di causa-effetto. La “cura” poteva essere diversa: in-
terventi per risanare e ricostruire e l’ecosistema ambientale e
sociale, soccorrere e risarcire chi ha subito espropriazioni e
danni. Alicia Kawiya, Vicepresidente della Federazione Indi-
gena Wuaorani, ha dichiarato: “Non abbiamo bisogno di ricavi
da attività petrolifere. Abbiamo tutto per vivere nella nostra ter-
ra. Oltre 40 anni d’industria del petrolio non ci hanno giovato”.
Disoccupazione, sottoccupazione e povertà sono in aumento.
La popolazione, residenti e nativi, per lo più trasloca forzata-
mente o migra in cerca di fortuna. Si riversa in città e villaggi
artificiali limitrofi ad aree di estrazione petrolifera sovraffollati,
malsani, luoghi di passaggio e transito per altre migrazioni,
piagati da inquinamento e attività criminose come Lago Agrio.
Amazzonia ed Ecuador sono storicamente centri di un sistema
di traffici e crimini ambientali con un volume d’affari in crescita
che illude le economie deboli e ne frena lo sviluppo, facendole
collassare. Tuttavia la ricchezza di risorse naturali, giovani e
donne, attivi e impegnati. suggeriscono di concentrarsi sulle
persone, sostenerle, qualificarle, renderle autonome, formarle
al lavoro, alla legalità, alla tutela e alla responsabilità condivisa
dell’ambiente. b
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