Numero 3 del 2014
Il mio, il nostro, il loro 8 Marzo
Testi pagina 6
4 Marzo 2014
Quale sarebbe il soggetto più titolato da rendere
protagonista per un superamento innovativo della crisi che
colpisce tutta l’Europa e per le trasformazioni globali che
hanno bisogno di inventiva e di concretezza? Basterebbe
solo far “partire da sé” ogni politica e, con o senza scuole
di teorica femminista, si realizzerebbero effetti generalizzati
positivi: un internazionalismo dis-organico (senza lobbies,
come a febbraio la rete europea per l’autodeterminazione
solidale con le spagnole) e senza gerarchie di comando.
Ma le donne restano un paradosso perché - anche se nem-
meno loro sono angele - nessun autorevole maschio rinun-
cia a buttar via alleanze nell’emergenza. Eppure i poteri
forti (anche quelli deboli) maschili da anni sostengono che
“siamo una risorsa” e che, “se lavorassimo tutte”, non so di
quanti punti aumenterebbe il Pil ma non definiscono mai i
meccanismi attuativi e, di fatto, inducono le più brave a
seguire l’ideologia del “soggetto unico”.
Siamo visionarie? Io certamente sì: non sarebbe bello
trovare un posto ai tavoli dei big e dire in mezzo all’at-
tenzione di lor signori che la crisi è sistemica, che le
popolazioni non possono più crescere solo per morire
finché loro giocano a diventar più ricchi con la finan-
za corrotta, che il lavoro non sarà mai più come prima
se Fiat e/o Chrysler produrranno in reparti non di ope-
rai ma di tecnici in camice che dal pc manovreranno
i robot? Gli onesti dovranno ammettere che non si potrà
- ma si “dovrebbe”- cambiare sistema e, invece di produrre
merci, produrre benessere per gli umani? Se il denaro è
comunque una finzione, i servizi possono creare un lavoro
come una volta la meccanica pesante in cui le macchine
producevano e producono ancora macchine..... Ci vorran-
no decenni, ma intanto approfittiamo della crisi e tentia-
mo qualche cambiamento di direzione, magari gradua-
le e selettivo: ovunque, soprattutto tra i paesi emergen-
ti (come? non sono mai “emersi”?) la maggioranza delle
donne il coraggio di pensare cose così lo avrebbe. La
tradizione in fondo ha invece sempre preferito uscire
dalle crisi con le guerre.
Comunque, siamo alla vigilia del voto europeo forse più
importante e anche le donne restano alla mercé di chiac-
chiere idiote secondo cui “l’Europa chiede molto e dà
poco”. Non facciamoci turlupinare: l’idea degli “Stati Uniti
d’Europa” appartiene alla necessità storica. La rivista Les
L’EUROPA
E IL FEMMINILE
DA NON
SOTTOVALUTARE
In vista delle elezioni europee una riessione sui possibili cambiamenti:
basterebbe far “partire da sé” ogni politica
di Giancarla Codrignani
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