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Numero 3 del 2014

Il mio, il nostro, il loro 8 Marzo


Foto: Il mio, il nostro, il loro 8 Marzo
PAGINA 26

Testi pagina 26

24 Marzo 2014
I
o Santippe l’ho sempre immaginata così. Una prag-
matica che se avesse potuto scegliersi un marito cer-
to non avrebbe optato per il più attempato Socrate,
sempre lì a dissertare sull’importanza del dialogo
e del dubbio. Lei, per me, dubbi ne aveva pochi e
della dialettica e della maieutica ne aveva le scatole piene.
Quell’uomo le era toccato e, ahi lei, nel 41 A.C se l’era spo-
sato facendoci tre figli, e senza neppure tante storie. Era il
IV secolo, non poteva stare lì a ‘cianciare’ e a pretendere di
costruirsi una vita su misura. Poi però anche lei perdeva la
pazienza, come scappa a noi, perché un coniuge peso è un
coniuge peso, anche se si chiama Socrate, è il padre dell’eti-
ca ed è ‘socialmente’ più affermato di noi. A noi dà fastidio
quando il nostro lui lascia aperto il tubetto del dentifricio sul
lavandino del bagno e gli facciamo due versi. Ma di noi nes-
suno si occupa. Forse sì, passiamo per le solite isteriche, da
lasciare ‘smorzare’, che tanto poi passa. Un po’ come è suc-
cesso con quel ficcanaso di Diogene Laerzio, ad esempio, che
ha pensato bene di raccontare al mondo intero di quando
Santippe umiliò pubblicamente Socrate tirandogli addosso
una brocca di acqua. Che poi, parliamone, quante di noi non
hanno avuto la tentazione di fare lo stesso ascoltando la con-
fessione di un tradimento al ristorante o vedendo mangiare
il nostro lui a bocca aperta? Quindi, Santippe avrà avuto le
sue ragioni, penso io. E infatti queste ragioni vengono taciu-
te, chissà perché. Che noiosi, poi, Antistene e Nietzsche. Il
primo perché riteneva che Socrate dovesse istruire la mo-
glie per limarne la petulanza. Il secondo perché ritenendo
che il filosofo non dovesse ‘amare’, scrisse che Socrate si era
senz’altro sposato per dimostrare, con ironia, ciò che il sag-
gio non deve fare. Potrei andare avanti all’infinito con molte-
plici aneddoti ma per me Santippe è un mito. E per me rap-
presenta la donna, giovane o adulta, che sopravvive uguale a
se stessa nei secoli. E se fosse ancora viva, le chiederei subi-
to un’intervista in esclusiva. Perché non è vero che ha fatto
poco! È vero, è passata alla storia solo come moglie assillan-
te di Socrate; è vero, lei come individuo, come persona con
un pensiero, con un desiderio, con un obiettivo, non è stata
mai considerata; è vero, ‘solo’ di lei non ha scritto nessuno, è
stata citata sempre e solo come moglie del filosofo che ‘aspi-
rava’ alla cicuta; è vero, anche oggi, per invitare una donna
a non essere insistente, la si esorta a ‘non fare la Santippe’.
Ma se giriamo tutto al contrario in realtà non possiamo che
apprezzare la grande personalità di questa signora, che ‘no-
nostante’ i difetti che le sono stati generosamente attribuiti,
si era guadagnata l’interesse di uomini super intelligenti. È
grazie a loro, che tutto volevano tranne che esaltarla - sem-
mai sminuirla e ignorarla - che noi oggi la conosciamo.
Ecco, nel settantesimo di NOIDONNE, vogliamo aprire
uno sguardo curioso e divertito sul mondo, tutto al fem-
minile, com’è nostra vocazione e consuetudine, in un’ot-
tica di continuità generazionale. E lo facciamo come
avrebbe fatto, forse, Santippe. Che alla fine, su questi
uomini dotti, l’ha spuntata, passando alla storia, esatta-
mente come loro e il marito. E con lei, Santippe, parlere-
mo di amore, interessi, stili di vita, aspirazioni e tanti altri
argomenti. Tutti affrontati all’insegna del riconoscimento
della nostra e dell’altrui dignità, delle varie Santippe come
dei vari Socrate, sapendo che non esistono donne e uomini
senza merito. Sapendo che quando qualcuno, uomo o don-
na, dirà qualcosa che non ci piace, noi non useremo la lama
tagliente dell’offesa, non impiegheremo fiumi di inchiostro
per difendere le nostre posizioni. Utilizzeremo, semmai,
una brocca d’acqua, lanciandone solo il contenuto, che an-
dando verso l’estate rinfresca idee e pensieri. E se siamo for-
tunate, fra qualche secolo… qualcuno lo racconterà.
IL LUNGO FILO
CHE DAL IV SECOLO A.C. …
di Camilla Ghedini
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