Numero 3 del 2014
Il mio, il nostro, il loro 8 Marzo
Testi pagina 18
16 Marzo 2014
IL MAGHREB:
TRA LAICISMO
E TRADIZIONE
di Emanuela Irace
NEI PAESI ARABI DELLA SPONDA SUD
DEL MEDITERRANEO L’8 MARZO
RAPPRESENTA UN TRATTO COMUNE.
CHE AVVICINA LA SPINTA LAICA
DELL’OCCIDENTE ALLA TRADIZIONE
RELIGIOSA DELL’ORIENTE
MUSULMANO.
UN’ANALISI FEMMINISTA DEL CORANO
IL MIO, IL NOSTRO, IL LORO 8 MARZO | 3
Gran parte delle Rivoluzioni che hanno scosso Africa del Nord e Medio Oriente hanno avuto per protagoniste le donne. Utilizzate dalla poli-
tica e uniformate dalla religione sono state le politiche di
genere” a entrare prepotentemente sulla scena pubblica
- dal principio di rappresentanza alla richiesta di ricono-
scimento di diritti e libertà. Complessivamente, nei paesi
dell’area, è emersa con chiarezza l’idea di un femminile
mediterraneo”. Tratto comune dell’identità di genere che
caratterizza le varie tessere che connotano il mosaico cul-
turale di Maghreb e Mashreq. Se in Tunisia la nuova costi-
tuzione stabilisce con l’articolo l’attuazione della parità
nelle assemblee elettive, in Arabia Saudita le richieste di
libertà ed emancipazione sono passate attraverso atti di
disobbedienza condivisi. Tra i più visibili la resistenza delle
donne di ad contro divieti elementari come quello di gui-
dare. In questo contesto di partecipazione, soprattutto da
parte delle lites, l’8 marzo continua ad essere una data si-
gnificativa. esteggiata pi come giornata internazionale,
che come festa della donna. In Tunisia la giornata della
donna si festeggia il 13 agosto - spiega
ni, orientalista, scrittrice e tunisina d’adozione -. Il 13 ago-
sto del è stato promulgato lo tatuto personale della
donna codificazione di norme e regole che disciplinano la
condizione femminile, ndr) che ha cambiato radicalmente
la condizione delle tunisine, sia da un punto di vista di
diritto pubblico che privato.
Ed è in questa data che si
festeggia. Naturalmente l’8
marzo ci sono convegni e
iniziative pubbliche in tutti i
paesi del Maghreb. La uni-
sia ha sempre rappresentato
uno specifico di libertà e si è
sempre posta come paese
laboratorio. Il diritto all’aborto
è stato conquistato prima che
in Francia. Oggi, con la tran-
sizione democratica stiamo
vivendo un femminismo più
maturo. Meno centrato sulle
rivendicazioni sessiste e più sul diritto delle donne al lavo-
ro e alla rappresentanza politica. Non c’è lotta separativa
con i maschi ma unione per ottenere la messa in pratica
dei diritti di cittadinanza. Credo che tutto ciò dipenda, oltre
che dalla spinta rivoluzionaria, anche dal tessuto sociale
che rende la Tunisia un paese ricco culturalmente per
la copresenza di mondo cristiano, ebraico, musulmano
e laico”. Se in Tunisia l’Islam è religione di Stato, in altri
paesi europei essere musulmano rappresenta una scelta
di vita oltre che una codificazione di regole necessaria alla
politica. È il caso di Silvia Layla Olivetti, italiana, scrit-
Ilaria Guidanto-