Numero 3 del 2014
Il mio, il nostro, il loro 8 Marzo
Testi pagina 11
9Marzo 2014
Il fi lo verde
di Barbara Bruni
LEGAMBIENTE: ITALIA 10 ANNI IN RITARDO
SU BONIFICHE
Secondo l’ultimo rapporto presentato da Legambiente
alla Camera, il business delle bonifi che in Italia vale
30 miliardi di euro. “Da Taranto a Crotone, da Gela e
Priolo a Marghera, passando per la Terra dei fuochi”,
nel nostro Paese attendono di essere riqualifi cati
oltre 100mila ettari di territorio altamente inquinato,
che ogni giorno mettono in pericolo la salute della
popolazione che vive nelle zone limitrofe, e non solo.
L’associazione racconta di “ritardi, inchieste giudiziarie
e commissariamenti” in ben 39 siti di interesse
nazionale e di un ritardo sul risanamento di almeno
10 anni.
PECHINO: PLASTICA PER SALIRE
SULLA METRO
Incredibile ma vero, a Pechino il biglietto della
metro si paga con le bottiglie vuote. L’operazione
si chiama “reverse vending”: nella linea 10 della
metropolitana di Pechino, accanto alle tradizionali
biglietterie automatiche, sono apparsi un centinaio
di “cassonetti intelligenti” che ricaricano la tessera
magnetica per accedere ai treni. Ogni bottiglia inserita
vale 7 centesimi di yuan di credito, e servono circa 15
bottiglie per ottenere un ingresso.
Se l’iniziativa avrà successo, il progetto sarà allargato
anche alle fermate degli autobus e ai quartieri
residenziali della città. (www.inabottle.it)
IN MAREMMA È “CACCIA AL LUPO”
Già 9 i lupi uccisi in Maremma. L’ultimo è stato trovato
morto in località Spinicci, una zona al confi ne tra
Toscana e Lazio. Dopo essere stato ucciso con un
colpo di fucile, l’animale è stato trasportato sul ponte
nei pressi dell’Aurelia e legato in modo che tutti lo
potessero vedere. Gli allevatori di ovini, da tempo,
lamentano i continui attacchi da parte dei predatori.
Raccolte già 20mila fi rme di animalisti per fermare
l’uccisione dei lupi.
LONDRA: PONTE SOLARE PIÙ GRANDE
DEL MONDO
È a Londra, alla stazione Blackfriars, il più grande
ponte solare del mondo. Composto da oltre 4.400
pannelli fotovoltaici (posti a copertura del tetto della
stazione) il ponte produce un’energia di circa 900.000
kWh all’anno, consentendo un risparmio di circa 511
tonnellate di CO2.
e scientifi camente attar
date?
Nel serrato dibattito
sulla sperimenta-
zione animale e
sulla legge che im-
pedirebbe uso e alle-
vamento di cani, gatti e
primati e imporrebbe l’a-
nalgesia prima di ogni pro-
cedura, l’animalismo è stato
accusato di bloccare la ricerca. Un’ac-
cusa certo singolare dal momento che
il cosiddetto `animalismo” è movimento
così complesso e variegato nelle sue
ispirazioni etico fi losofi che e nelle sue
opzioni politiche da rendere davve-
ro ardua tale imputazione. Chi tuttavia
voglia proprio usare l’accetta, presen-
tando l’animalismo come una versione
aggressiva della zoofi lia, sospesa tra
l’esaltazione, l’incultura e la violenza,
dovrebbe almeno sottolineare che l’in-
tento che lo muove è di bloccare non la
ricerca ma solo quella che prevede l’im-
piego di animali - a meno di cadere nel
dogmatismo di chi identifi ca la ricerca
che pratica con l’unica possibile. In una
società non paternalistica, ogni cittadino
dovrebbe poter decidere quale medici-
na intende sostenere e, quindi, quale ri-
cerca è disposto a fi nanziare. Penso ad
una politica della ricerca rispettosa delle
scelte etiche e dei valori espressi da una
parte dell’opinione pubblica e che tenga
conto del carattere evolutivo dell’etica, e
cioè di come i comportamenti e le opzio-
ni possano mutare in relazione alle con-
cezioni che gli uomini e le donne hanno
di sé e della ‘buona vita’. Due modelli di
medicina - e di ricerca - aumentereb-
bero il ventaglio delle nostre opzioni e
consentirebbero a coloro che ritengono
che la sperimentazione animale sia una
pratica moralmente discutibile la possi-
bilità di scegliere, non per tutti ma per
la parte che li riguarda, una ricerca che
escluda l’impiego degli animali e che
sia riconosciuta e legittimata pubblica-
mente. Giungiamo, infi ne, al pi abusato
argomento dei dibattiti sulla sperimen-
tazione: chi sceglierete,
l’animale o l’uomo?
Dichiaratevi: anima-
listi o umanisti? La
domanda rinvia ad
una situazione alta-
mente drammatica, la
cosiddetta ‘scialuppa di
salvataggio’, in cui la ricer-
ca scientifi ca è presentata
come una sorta di viaggio per
mare, naufragio incluso da cui appunto
la necessità della scialuppa e l’inevitabi-
lità della scelta tragica: quale vita sacri-
fi care i è molto scritto, in ambito bio
etico sull’appropriatezza di un’argomen-
tazione che, oltre a vincolare le nostre
scelte e la nostra immaginazione morale
a situazioni di emergenza assoluta co-
stringendoci alla logica minimalistica
dell’aut/aut, offre della ricerca un’imma-
gine se non bizzarra, certo poco digni-
tosa, apparentandola ad una crociera
rovinosa, oggi diremmo ‘alla Schettino’...
È forse venuto il momento di evadere
dalla retorica consueta dei dibattiti, dai
più triti pregiudizi e stereotipi. A partire,
ad esempio, dall’idea che agli ‘animalisti’
non importi niente dei malati e della sof-
ferenza umana. Conosco malati di scle-
rosi multipla disposti a mettersi volonta-
riamente a disposizione come soggetti
di studio per contribuire all’avanzamento
delle ricerche e, insieme, per evitare, i
sacrifi ci di animali. La stessa proposta di
donazione del cadavere a fi ni di studio
e di ricerca - a cui il Comitato Nazionale
per la Bioetica ha dedicato di recente
un documento - è stata sottoscritta dai
membri di alcune associazioni animali-
ste che hanno motivato la loro scelta per
entrambe le ragioni. Io, tra questi. Forse
animalisti e umanisti non sono così lon-
tani. Quanto meno, non sempre e non
necessariamente.
*Comitato Nazionale per la Bioetica.
Luisella Battaglia*
Istituto Italiano di Bioetica
www.istitutobioetica.org
LA COMUNITÀ
SCIENTIFICA HA A
DISPOSIZIONE AMPIE
POSSIBILITÀ DI STUDIO
CON METODI ALTERNATIVI
E ATTENDIBILI SENZA
L’IMPIEGO
DI ANIMALI